Regia di Fernando di Leo vedi scheda film
Rivalutato ampiamente dai recensori nostrani,che all'epoca delle uscite dei suoi film,bollavano i suoi lavori con un pollice verso fisso,Fernando Di Leo è stato forse il cineasta più schierato politicamente dell'ondata del "B-Movie"all'italiana.Il suo film più riuscito, a detta di molti,è questo "La mala ordina"(ma io gli ho preferito ,e non di poco "Milano calibro 9"),che ,con il consueto insieme di facce poco raccomandabili e un susseguirsi di azione violenta in crescendo,traccia,precedendo di vent'anni e più il cinema di Tarantino,una storia infarcita di atti infami e gente crudele,con largo spreco di sangue.La sequenza dell'agguato alla moglie e alla figlia del protagonista Mario Adorf,che continua con l'inseguimento degli aggressori da parte del sopra indicato,ha ritmo da vendere e una rara resa antispettacolare ma intensissima;e il confronto finale,cruento e spietato,dallo sfasciacarrozze è realizzata,considerando la povertà dei mezzi,con avvincente protervia registica.A parte la storia leggermente monotona,ci sono caratterizzazioni validissime,a partire dal protagonista,spesso utilizzato in pellicole di questo genere,al boss Adolfo Celi,senza tralasciare i killer stranieri Henry Silva e Woody Strode:e ne emerge una visione delle cose sconsolata e curiosamente corroborata da un irrefrenabile instinto animale.
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