Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film
Lo abbiamo davvero pompato troppo presto, il messicano Guillermo Del Toro. Non è affatto un nome di punta del fanta-horror contemporaneo. Quando va bene (Blade II), è un discreto metteur en scène di azione; quando va male (quasi sempre), è uno senza firma, opaco e didascalico. Hellboy è forse il suo peggior film finora. Trasportando i tratti di Mike Mignola su schermo, Del Toro ha tirato fuori dal cilindro tutto l’armamentario codificato del cinema fumettistico. Ma l’amalgama gli è riuscito malissimo. Le avventure di Hellboy, rosso e cornuto mostro infernale che sulla terra aiuta il governo a combattere uno stregone redivivo dalle macerie naziste, vanno avanti senza un solo momento di ispirazione. L’ironia delle battutine di Hellboy e della saggezza freak di Abe Sapien, anfibio arguto, mette i brividi alla schiena; la computer grafica impera; non c’è una sola goccia di sangue (quando un film del genere si becca dalla censura americana il PG-13, c’è da drizzare le antenne). La noia è al massimo, e i turbamenti del personaggio non coinvolgono nessuno. Trucchi di ordinaria amministrazione, compreso quello per Perlman ad opera di Rick Baker. Se proprio dobbiamo scegliere una scena discreta, optiamo per quella in metrò. Il resto è dimenticabile subito. Anche gli interpreti. Viene voglia di riguardarsi un filmetto scemo come Demonio amore mio: almeno era più divertente.
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