Regia di Davide Ferrario vedi scheda film
One-woman-show per Luciana Littizzetto? No, tutt'altro: la sguaiata comica piemontese organizza al dettaglio questa pellicola per mettersi in mostra in ogni modo: sceneggiatrice, insieme ad Anna Maria Pavignano, protagonista e soprattutto inconcepibile femme fatale ai cui piedi cadono addirittura due uomini nel corso dello stesso film (!), in sostanza i cento minuti del racconto ruotano perennemente attorno alla sua figura. Si procura anche un insospettabile (per questo tipo di robette), bravo regista, Ferrario, e si circonda di buoni caratteristi disposti a farle da spalla. Una necessità d'altronde più che comprensibile dopo un utilizzo 'classico' per un personaggio comico di provenienza televisiva, cioè dopo una serie di parti o particine in film dalla risata facile e dalla trama inconsistente (E allora mambo! come Ravanello pallido). Ma a dire il vero da questo Se devo essere sincera escono molto meglio i suoi presunti comprimari: Dino Abbrescia e soprattutto Neri Marcorè, già incrociato nel citato Ravanello pallido e reduce - con successo - dal ruolo di protagonista ne Il cuore altrove di Pupi Avati. La trama gialla (presa dal romanzo La collega tatuata di Margherita Oggero) viene qui diluita nell'impasto di commedia sentimentale che sterza a volte rapidamente sul comico (qualche scenetta finalizzata alla battuta, chiaramente della Littizzetto) e altre sul patetico (la didascalica morale che in amore è sempre meglio mentire: ma poi che morale sarebbe?). In definitiva per la comica è un encomiabile tentativo - non molto riuscito, però - di ritagliarsi uno spazio proprio (e dignitoso) nel cinema nostrano, mentre per la carriera di Ferrario è più che altro un colpo basso da cui rialzarsi al più presto. Cosa che il regista, fortunatamente, farà. 2,5/10.
Isterica prof di italiano indaga sull'assassinio di una collega. Incrocia così la sua strada con quella di un commissario di polizia con cui ha una relazione adulterina. A caso risolto, tornerà dal marito, che nel frattempo si era comunque consolato.
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