Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
E' una questione personale, lo sbirro contro (il delinquente, ma soprattutto) la legge: una parte del futuro filone poliziottesco prende le misure su questo Squadra volante, pieno di clichè del genere (appunto: futuro, ancora quasi tutto da vedere, se si eccettuano alcuni lavori di Di Leo e Lenzi) e con due interpreti di valore e di impatto sicuri: Tomas Milian e Gastone Moschin. Curioso come il primo - arruffato, sporco, greve ma ancora nulla al confronto del Nico Giraldi che prenderà vita nella Squadra antifurto di due anni più tardi - spesso utilizzato come canaglia (nei precedenti western e nei seguenti poliziotteschi) sia il buono e il secondo, solitamente dalla parte dei giusti, interpreti il cattivo. Accanto a loro ci sono spalle altrettanto meritevoli come Mario Carotenuto, Stefania Casini e Ray Lovelock; la sceneggiatura di Barberi/Bolzoni/Massi/Sacchetti è abbastanza solida come struttura, ma scade di quando in quando in momenti patetici o inverosimili, primo fra tutti lo smargiasso finale in cui Ravelli getta il tesserino da poliziotto prima di uccidere a sangue freddo il suo rivale: una scena madre cafonissima e decisamente evitabile. D'altronde le caratterizzazioni dei personaggi, quasi superfluo a dirsi, non vanno certo per il sottile. Belle le musiche di Stelvio Cipriani, che condivide con Massi, oltre all'insolito nome, una discreta lista di collaborazioni a partire da questo titolo. Dettaglio significativo invece per quanto riguarda l'ambientazione: questo è uno dei pochi poliziotteschi 'di provincia', che non va a sviscerare insomma il marcio e la corruzione delle metropoli. 3,5/10.
Pavia, il marsigliese torna in azione: sulle tracce del pericoloso bandito si mette l'ispettore Ravelli, che anni prima si vide uccidere (fortuitamente) la moglie proprio durante una rapina della banda del marsigliese.
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