Regia di Enrico Bomba vedi scheda film
Uno dei più scadenti esemplari del decamerotico italiano, non solo poco divertente ma ancor meno erotico.
Madonna Violante (Fiorella Masselli) è madre di quattro ragazze: Vanna (Franca Gonella), Lorenza, Armida e Florinda (quest'ultima abbandonata ancora in fasce in un convento). Violante arriva a Roma, per rivedere le tre figlie "maritate" ma incontra prima Antonia (Marisa Traversi) che gli racconta fatti dissoluti, nei quali le figlie sono a vario titolo coinvolte. Vanna, rimasta vedova, si concede ad un eremita e quando viene scoperta si finge indemoniata. Lorenza, coniugata con l'impotente Cecco (Silvio Spaccesi), punta a congiungersi con un volgarissimo istruttore ospite in casa per dare educazione ad un figlio adottato alla bisogna. Armida invece, sposata con un uomo molto più anziano di lei, si finge sonnambula per raggiungere nottetempo il suo amante.
"Prima di morire chiamai un prete. Mi confessai e mi comunicai riuscendo a morire come non ero mai vissuto: in grazia di Dio".
Decamerotico piuttosto fiacco, mal scritto e girato che si snoda lungo quattro episodi tenuti assieme dall'intermezzo conventuale e dai racconti fatti da Antonia. C'è anche lo spazio surreale per un incontro con Pietro l'Aretino, ovviamente scaltro e attratto dalle curve femminili di Florinda (Geraldine Stewart).
Figura come ideale seguito de ... e si salvò solo l'Aretino Pietro con una mano avanti e l'altra dietro (Silvio Amadio, 1972), in virtù di un plot derivato, in massima parte, dai Ragionamenti di Pietro Aretino (in parte quelli definiti "capricciosi" ed in parte quelli "piacevoli").
Continuità tra le due pellicole è data, oltreché dal plot, dalla figura di madonna Violante - là narratrice - qui ascoltatrice delle malefatte delle figliole; dalla presenza di una mora (prima Carla Brait, poi Geraldine Stewart); e dalla Nanna dell'Aretino (figlia di Madonna Violante) che nell'uno e nell'altro film ha le fattezze di Franca Gonella.
Citazione
(Voce fuori campo attribuita all'Aretino che introduce il film)
"Mentre nel resto dell'Europa, nel 1.500 si fondavano e si consolidavano governi, nell'Italia divisa in stati e staterelli si costruivano palazzi sontuosi, superbe basiliche, ville monumentali ma soprattutto si pensava a divertirsi, quasi che la gente, dal popolano all'aristocratico, sentissero già nell'aria l'avvento della controriforma che avrebbe avvolto la penisola in una cappa di noia. Roma fu certo una città in cui il divertimento sfrenato giunse al parossismo: avventurieri e cortigiani, baldracche e mezzane, magnacci e invertiti pullulavano ovunque. Tra questa umanità calda e corrotta sono vissuto a mio pieno agio. Pietro Aretino, scrittore e commediografo. Odiato, temuto e amato da Principi, Papi e cortigiane. Scrissi libri e commedie che andavano letteralmente a ruba. E sebbene fossi lo scrittore più pagato del mio tempo anch'io come tanti altri conobbi la buona e la cattiva sorte. Alternando una vita da nababbo all'indigenza più assoluta. Poi un brutto giorno, d'improvviso, un colpo apoplettico".
Segue l'immagine di una pietra tombale sulla quale sta scritto:
"Qui giace l'aretin poeta tosco
di tutti disse mal fuorché di Cristo
scusandosi col dir non lo conosco".
Ad oggi del film circola una versione da Vhs (Shendene & Moizzi) che presenta titoli di testa e coda posticci (sembrano realizzati a computer probabilmente per questa specifica edizione) e con salti di traccia audio durante scene che dovrebbero essere erotiche (ad esempio quella che vede la Gonella rotolarsi in un campo con l'eremita). Il formato video è corretto (2.35:1) ma la durata si ferma a poco oltre 80 minuti, facendo supporre possa trattarsi di edizione cut.
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