Regia di William A. Seiter vedi scheda film
Da bambini ci siamo divertiti sempre molto a vedere le smorfie, le cadute, i pasticci di ogni tipo di questa coppia di strambi personaggi. Poi non ho mai voluto rivederli, perché ricordavo la loro comicità come piuttosto infantile e superficiale. Solo le tante lodi mi hanno imposto di rivedere, dopo più di mezzo secolo, quello che è considerato il loro capolavoro; e la prevista delusione è arrivata puntualmente: una comicità infantile fatta di nulla. Azzardo una considerazione già fatta in altre occasioni ma forse particolarmente adatta qui: la vicenda è semplicissima, tuttavia ognuno di coloro che hanno scritto una recensione entusiasta del film l’hanno riferita con errori abbastanza grossolani, segno che non hanno guardato il film con attenzione… il che è comprensibile per i bambini che si divertono alle gag sempliciotte, ma non per critici che osannano il film. “Bellissimo, ho riso tanto” è un commento lecito di un semplice spettatore, analogo al “bellissimo, ho pianto tanto” a proposito di un melo; anche se in entrambi i casi sarebbe meglio dire “mi è piaciuto tanto” che “bellissimo”. Bene, a me una volta piaceva moltissimo e ridevo moltissimo, senza pretendere di considerarlo “bello”; ora ho riso (sorriso) forse due volte in tutto, in un deserto di noia e di battute ovvie e prevedibilissime. Nulla a che fare con Chaplin o con Keaton, che ogni volta fanno ridere e piangere, anche a rivederli spesso, anche a ricordarli.
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