Regia di William A. Seiter vedi scheda film
Stanlio e Ollio rifilano una frottola elaborata alle mogli per andare a Chicago con gli amici del club. Cercano divertimento ma troveranno comicissimi guai. Molto più che spassoso, impreziosito dalla indimenticabile canzone "Honolulu baby". Voto 7 e mezzo, forse anche di più.
Come ci ha insegnato il cinema USA, le donne americane hanno un incubo: vedere i mariti/fidanzati andare a fare cose molto cattive o a passare notti da leoni a Las Vegas, "città del peccato" tra gioco d'azzardo, ragazze molto socievoli, abbondante offerta di alcol e altre sostanze; nel 1934 Las Vegas non esisteva, ma c'era un equivalente, la città di Chicago, eletta capitale del vizio durante il Proibizionismo che si era da poco concluso; si può quindi comprendere l'ira della consorte (interpretata dalla brava Mae Busch, la moglie cinematografica di Ollio per antonomasia), dotata di un'incredibile precisione nel lancio delle stoviglie, quando Ollio le dice che deve andare col suo club proprio lì! Il delegato mattacchione del Texas è impersonato da una garanzia, Charlie Chase, vero cognome Parrott, fratello del regista del primo lungometraggio del duo ("Muraglie"); si va sul sicuro anche con la sceneggiatura, che parte dallo spunto di due loro precedenti corti di successo, "La bugia" e "Noi sbagliamo", e con le musiche di Marvin Hatley, l'autore della "canzone del cucù" che apre tutti i film della coppia comica; qui Hatley si supera componendo un instant classic della canzone, "Honolulu baby". Ne risulta un caposaldo della comicità, amato e citato in tanti film anche nostrani ("Totò, Peppino e i fuorilegge" dove la tv fa quello che qui fa il cinema, "Polvere di stelle" dove il testo malizioso di "Honolulu baby" viene ripreso in maniera un tantino più esplicita). La loggia immaginaria dei "Figli del deserto" a cui sono iscritti Stan e Oliver è ispirata a quella reale degli "Shriners", l'"Antico ordine arabo del santuario mistico", un'associazione massonica dedita alla beneficenza e ai raduni goliardici; paradossalmente, l'ordine dei "Figli del deserto" nato dalla fantasia per questo film, oggi (o meglio, dal 1965) esiste davvero: è l'associazione dei fans di Stanlio e Ollio che si raduna periodicamente per celebrare il formidabile binomio e tramandarne l'inestimabile eredità fatta di risate e buonumore.
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