Regia di Sergio Sollima vedi scheda film
L’agente segreto freelance Bingo accetta un incarico dell’Fbi: dovrà andare in Marocco a stanare un ex nazista, il quale ha però messo sulle tracce di Bingo un suo ‘collega’.
Ritmo, suspense, emozioni, colpi di scena a ripetizione: questo almeno vorrebbe essere il menu di Requiem per un agente segreto. E invece la pellicola si arena molto presto fra luoghi comuni del genere, dialoghi un po’ pasticciati, mezzi limitati e non basta la buona volontà di un regista alle prime armi, ma già specializzatosi nelle spy stories low budget come è Sergio Sollima, a contenere i danni. Coproduzione italo-ispano-tedesca, la pellicola consta di un’ora e mezza di situazioni piuttosto prevedibili, fra scenari peudo-esotici (l’ambientazione nordafricana), nemici cattivissimi (un ex criminale nazista) e pericoli su scala planetaria, puntualmente sventati – va da sé – dal nostro eroe, cui non mancano certo fascino e coraggio. L’inglese Stewart Granger, non molto noto dalle nostre parti ma già interprete in altri spy movies, riveste i panni del protagonista, senza eccessive sbavature; al suo fianco c’è un cast costellato di seconde e terze linee tutt’altro che disprezzabili fra le quali spiccano Daniela Bianchi (reduce dal successo di A 007, dalla Russia con amore, di Terence Young, 1963), Giulio Bosetti, Luis Induni, Peter van Eyck, Benny Deus, Giorgia Moll e Maria Granada. A conti fatti non si tratta di un titolo imperdibile neppure all’interno del filone dello spionistico all’italiana, ma comunque di un film che nasce per essere destinato al minimo sindacale di intrattenimento per un pubblico in cerca di facili distrazioni, e che raggiunge senza fatica il suo obiettivo. Sotto le aspettative la colonna sonora di Piero Umiliani. 2/10.
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