Regia di Robin Hardy vedi scheda film
La rivincita del paganesimo sull'oppressione cristiana: il dogmatismo bacchettone e castratorio viene letteralmente dato alle fiamme (regalandogli una "sempre più rara morte da martire") in favore di un'esplosione di vitalità, un'orgia sensoriale immersa nel tempo e nello spazio del mondo per celebrarne la variegata ambivalenza. Il sergente Howie si porta dietro l'asetticità claustrofobica e stagnante di una cultura che si avvicina sempre di più al suo crespuscolo ideologico, per lasciare spazio all'heideggeriano ospite inatteso, che scuote le coscienze, proietta l'esistenza degli uomini nel caos e nell'incertezza di una vita che si scopre una volta per tutte essere finita. Lord Summerisle è il custode della verità, il lume di una ragione distorta dal desiderio lechateliano di seguire l'universo nel suo equilibrarsi (la vita di un uomo puro, per la sopravvivenza di tutti) e che per farlo fomenta il fissarsi di un tradizionalismo che rischia di sostituirsi a quello precedente per crudeltà e capacità di far calare sugli uomini quel certo sonno generatore di mostri ("Con la vostra tradizione avete annullato la parola di Dio" ci ricorda Matteo 15). E quale luogo migliore della Scozia per inscenare un simile confronto mistico? Il baluardo più a nord della Gran Bretagna (patria di Stonehenge, della cultura druida, dei primordi dei riti wicca e delle fondamenta del Neopaganesimo), rinchiuso nel suo folklorismo arcaico al di là di quel vallo dove Adriano segnò li suoi riguardi acciò che l'uom più oltre non si metta, terra natia di un ricchissimo patrimonio di canzoni popolari che accompagnano stupendamente l'opera. Il problema è che Hardy è tutt'altro che un maestro, e l'idea portante di questo film è troppo complessa ed ambiziosa per poter essere affidata ad un regista esordiente. C'è l'ancestralità della British New Wave, ma mancano il polso, il senso estetico e la capacità di direzione per elevare l'eccellente materiale di partenza a qualcosa di più di un discreto film. E devo dire che è un gran peccato.
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