Regia di Sergio Grieco vedi scheda film
Modesto dramma dalle tinte poliziesche ripescato a casaccio, dal profondo del calderone dei titoli dimenticati, da Quentin Tarantino. Sulla falsariga di un genere molto in voga nel periodo (Anni '70), Grieco realizza un'anonima copia di "Milano odia: la polizia non può sparare", portando sullo schermo l'ennesimo cattivone senz'anima.
Evaso dal carcere con tre complici, il criminale Nanni Vitali (Helmut Berger) decide di vendicarsi uccidendo Barbareschi (Ezio Marano) - testimone e collaboratore con la polizia, responsabile della sua cattura - sequestrando poi la sua compagna Giuliana (Marisa Mell). Quindi decide di rimettersi in attività, pianificando un furto nella fabbrica gestita dal padre di Giuliana. Spietato, privo di umanità e determinato nel compiere azioni delittuose, Nanni viene tradito da Giuliana e finisce per scontrarsi con il commissario Santini (Richard Harrison), messosi con fermezza sulle sue tracce.
Girato con titolo di lavorazione "Le fauve - Il feroce", La belva col mitra è un modesto dramma poliziesco, imbastito sulla falsariga dei ben migliori Milano odia: la polizia non può sparare (Umberto Lenzi, 1974) e Cani Arrabbiati (Mario Bava, 1974). Purtroppo l'interessante attore Helmut Berger ha qui a che fare con i testi di una sceneggiatura malscritta (dallo stesso Grieco e da Enzo Milioni) e con una regia sottotono, penalizzata da scene d'azione girate cagnescamente. Circondato anche da interpretazioni mediocri, Berger finisce a sua volta per adattarsi allo squallido contesto. Pessimo Richard Harrison, imposto come fotocopia (anche nel look) sbiadita di Maurizio Merli. Brava invece la Mell, costretta a recitare costantemente impaurita (ma poi dimenticata e abbandonata dagli autori a metà film).
I destini di due protagonisti si sono incrociati su questo set, in un momento di comune difficoltà: Helmut Berger, provato dalla morte di Luchino Visconti (col quale pare ci fosse un rapporto ben più che amichevole) e assuefatto all'alcol, nel marzo del 1977 mise in pratica un tentativo di suicidio; Marisa Mell, antica e pubblicizzata fiamma dell'attore, era invece a un punto critico della carriera.
La belva col mitra è certamente un film cinico, spietato e violento, ma piuttosto anonimo nel risultato. Riportato senza troppo senso critico alla luce da Quentin Tarantino, che lo ha citato in Jackie Brown (1997), dimostrando (non solo in questa occasione) di essere un cultore "di bocca buona" (della serie: i film italiani anni '70 son tutti belli) del nostro cinema di genere. La colonna sonora, limitata alla ripetizione di quattro note (ben assemblate), è stata curata da uno dei "Gatti di Vicolo Miracoli" (Umberto Smaila).
Nota: l'attrice nella prima e nell'ultima foto non è Marisa Mell, bensì Marina Giordana. Mentre quella che appare nella seconda foto non è Marina Giordana ma Marisa Mell.
"Nessuno, di fronte alle donne, è più arrogante, aggressivo e sdegnoso dell’uomo malsicuro della propria virilità." (Simone de Beauvoir)
F.P. 05/06/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 87'26")
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