Regia di Sergio Grieco vedi scheda film
Solamente nel primo quarto d'ora assistiamo a sanguinolenti omicidi, auto che rotolano in fiamme, una spettacolare evasione e, per concludere in gloria, ecco anche uno stupro. Ma se attendiamo un'altra manciata di minuti arriverà anche l'uomo sepolto vivo e annegato nella calce; a completare il quadretto edificante, la sceneggiatura scritta dallo stesso regista sfodera una serie di dialoghi da bettola malfamata che indubbiamente si addicono in maniera perfetta ai personaggi della storia. E' un poliziottesco atroce e di gran ritmo, questo La belva col mitra, probabilmente uno dei migliori prodotti mai realizzati dal mestierante Grieco, attivo ormai da tre decadi senza aver riportato grandi successi tra peplum, plagi di 007 e spaghetti western sempre nel segno della serie B o C; sorprende tanta vivacità per un regista ormai a fine carriera (classe 1917, aveva quindi sessant'anni tondi), ma d'altronde non sorprende già più se si considera quanto il filone fosse ormai intasato e usurato, con l'unica conseguenza di portare alla produzione di pellicole sempre più estreme. Qui il budget è striminzito, sfruttato però con sufficiente grazia: fra gli interpreti spicca il nome di Helmut Berger, ma il resto del cast - pur non scandaloso, anche se non tutti gli attori conoscono bene il significato della parola 'recitare' - è piuttosto anonimo al di fuori del giro del 'genere': Marisa Mell, Richard Harrison, Nello Pazzafini, Claudio Gora. Se c'è una cosa invece che funziona nonostante le comprensibili perplessità sul nome dell'autore, è la colonna sonora firmata da nientemeno che Umberto Smaila (la sua prima). Ritmo, tensione e violenza: il film è tutto qui, ma è già qualcosa rispetto a tante opere analoghe e contemporanee. Curiosità: Quentin Tarantino citerà La belva col mitra in Jackie Brown (1997). 4/10.
Un bandito esce di prigione con il chiaro intento di vendicarsi; rapisce l'uomo che lo aveva incastrato e lo seppellisce vivo, poi tocca al giudice che lo aveva condannato essere preso di mira. Ma il caso vuole che il figlio del giudice sia un impavido commissario disposto a tutto pur di scovare e fermare il bandito.
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