Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film
"La vita che vorrei" è un esemplare del genere "film nel film" che non ha niente di originale, ma è fatto particolarmente bene. Di Piccioni finora avevo visto soltanto "Chiedi la luna" (1991, con la Buy e Scarpati), un film che classificherei nella stra-abusata categoria del carino e niente più. "La vita che vorrei" è sicuramente un bel passo avanti (anche perché tra i due film sono trascorsi tredici anni) e riesce a comporre, nelle due ore abbondanti di durata - forse un po' troppe - due bei ritratti di un uomo e una donna talmente diversi tra loro che potrebbero perfino stare bene insieme. Le scene "in diretta" e quelle del film si incastrano quasi a meraviglia e si capisce che sia Piccioni sia gli attori giocano in casa, trovandosi a giostrare su una materia che conoscono alla perfezione.
Troppo giovane o no per la parte, Luigi Lo Cascio è indubbiamente uno dei (due o tre) migliori attori italiani d'oggi (in alcuni momenti di questo film ricorda il primo Nanni Moretti). Anche Sandra Ceccarelli, però, se la cava egregiamente: non è una topona né lo vuole/deve essere, per quel ruolo andava bene lei. Un'altra presenza, discreta ma necessaria, è quella di Ninni Bruschetta, ormai una specie di icona per il nostro cinema più intelligente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta