Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Dalla Tavola Rotonda ai campi di battaglia,numerose sono le trasposizioni delle leggende di re Artù e dei suoi valorosi cavalieri,e molti sono registi e attori che si sono avvicendati a dar corpo all'epica unificazione del Regno d'Inghilterra,l'amore del re con Ginevra,e il successivo tradimento di lei con il fido Lancillotto.Lo sceneggiatore de"Il gladiatore",l'americano David Franzoni,ipotizza che Artù fosse in realtà Artorius,e che fosse un romano,impegnato a scontrarsi con gli invasori Celti.L'idea,effettivamente,è abbastanza suggestiva,e le rappresentazioni degli scontri e delle battaglie sono ben elaborate,soprattutto quella su un lago ghiacciato:il problema di questo filone,semmai,è il voler rimaneggiare eccessivamente i temi riproposti.Qui viene praticamente stravolto tutto il ciclo successivo all'incoronazione di Artù,e certo taglio moderno non giova poi tanto al racconto.Che dire,ad esempio,del guerriero che durante gli scontri si rifà al rituale intimidatorio dei maori neozelandesi,e della scarsa personalità conferita a personaggi chiave quali Lancillotto e Merlino(qui un mezzo druido selvatico di poche parole)?Diretto da un regista non straordinario come Antoine Fuqua,che aveva convinto poco con "Training day",e ancor meno con "L'ultima alba",il film ha una buona tenuta di spettacolo,per due ore non annoia,ma non lascia un gran ricordo di sè.E rimanda,comunque,alla prossima,ennesima,versione della leggenda.
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