Regia di Susanna Tamaro vedi scheda film
Un diploma in regia conseguito presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma ed un best seller (Và dove ti porta il cuore), successo letterario del secolo con oltre due milioni e mezzo di copie vendute: tra questi due poli si muove la “carriera” di Susanna Tamaro che esordisce dietro la macchina da presa con “Nel mio amore” adattando proprio alcuni racconti della sua raccolta “Rispondimi”. E come era accaduto alla pubblicazione del suo successo editoriale anche per questa sua prova cinematografica non sono ammesse le mezze misure: o la si odia o la si ama! La storia di Stella, che tra i ricordi della sua casa d’infanzia ripercorre una vita di errori e di scelte sbagliate, porta impressa nella pellicola la firma riconoscibilissima della sua autrice che non ha avuto remore o titubanze nel “farcire” il suo film di quei sentimenti, di quelle emozioni e visione della vita che oramai sono diventati il suo marchio inconfondibile. Un senso di “pietas” cristiana, di ineluttabilità ed , allo stesso tempo, di forza di volontà che agitano il destino degli uomini unite ad una caratterizzazione di personaggi tagliati con l’accetta (le sfumature ammesse sono soltanto quelle delle luci del bravo direttore della fotografia Giuseppe Lanci) sono il terreno sul quale si muove la macchina da presa di Susanna Tamaro , scontata e prevedibile nelle nelle sue minime evoluzioni narrative e registiche. A stento assecondata da interpreti a fatica tenuti a briglia stretta (Licia Maglietta/Stella ed Urbano Barberini nel ruolo del marito burbero e violento), “Nel mio amore” , che nelle intenzioni dell’autrice doveva raccontare “dell’anima persa dell’Occidente”, si risolve in una noiosa ed “ecumenica” pellicola buona per un pomeriggio al Cineforum di qualche parrocchia di provincia.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta