Regia di Mario Camerini vedi scheda film
In un paesino veneto la rappresentazione del Barbiere di Siviglia è costellata di problemi; l’organizzatore, un ex baritono, si vede costretto a prendere il posto del protagonista, e allo stesso modo il ruolo della primadonna viene affidato a una ragazza del posto il cui padre non vuole in alcun modo che si esibisca.
La commedia Ostrega che sbrego! di Arnaldo Fraccaroli viene portata sul grande schermo con una sceneggiatura scritta da Tomaso Smith e Mario Soldati; a dirigere la pellicola c’è il giovane, ma già abbastanza esperto Mario Camerini. Il risultato è ovviamente soddisfacente rispetto alle ambizioni: la messa in scena è ben curata, non mancano ritmo e verve dei protagonisti, l’ora e mezza scarsa di intrattenimento spensierato è garantita. Ma naturalmente Figaro e la sua gran giornata non è un titolo memorabile né nella produzione del regista, né in quella dei ben quotati sceneggiatori; si tratta piuttosto di un prodottino scritto, girato e confezionato adeguatamente, nulla di più: la fotografia è di Massimo Terzano, il montaggio di Giuseppe Fatigati, le musiche originali (che si accostano a quelle di Rossini, chiaramente) di Felice Lattuada e la scenografia di Gastone Medin e Ivo Perilli. Il cinema italiano disponeva di buonissimi tecnici, come di interpreti assolutamente impeccabili – fra questi ultimi vale la pena di ricordare la presenza qui di Gianfranco Giachetti, Leda Gloria, Achille Majeroni, Maurizio D’Ancora, Olga Capri e Ugo Ceseri. Da non sottovalutare l’impatto del sonoro sulla produzione cinematografica nostrana, che spinse inizialmente a puntare su lavori, come questo, dalla forte componente musicale. 4/10.
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