Regia di Sergio Bergonzelli vedi scheda film
Sembra un film di Tinto Brass (seconda fase della sua carriera) girato anzitempo; a parte qualche capacità estetica inferiore da parte di Bergonzelli, bene o male il livello della storia, della recitazione, delle implicazioni analitico-sociali è il medesimo. Una coppia in crisi sessuale, la gelosia come unico rimedio che realmente funzioni: perchè l'italiano sopporta tutto (l'insuccesso, la disoccupazione, l'impotenza, la sottomissione ai boriosi potenti), tranne le corna. Nel 1976 questo tipo di commedia, con evidenti e ben esplicitate implicazioni erotiche, era ormai stato ampiamente sdoganato nel nostro cinema (Buzzanca e Vitali, il vincente e il perdente, docent); il mestierante Bergonzelli, anche sceneggiatore (con Leandro Lucchetti) e produttore esecutivo, ha a sua disposizione un paio di nomi di medio/buon livello (Riccardo Garrone e Magda Konopka), Tiberio Murgia per un ruolo minore e una giovane protagonista, Antiniska Nemour, che sarebbe diventata negli anni successivi un volto piuttosto celebre in tv (farà la centralinista di Portobello); le carte da giocare si esauriscono quindi con la colonna sonora - apprezzabile - firmata da Nico Fidenco: per il resto La sposina è un lavoro che può essere qualificato da una gamma di aggettivi che vari dallo squallido al mediocre. Frotta di luoghi comuni sessisti-maschilisti a parte, anche certi espedienti del regista (schermo quadruplicato, replay della scena come nella sequenza finale) lasciano parecchio a desiderare. 2/10.
Il novello sposo non riesce a piazzare il suo romanzo. E oltrettutto è impotente, cosa che lo demoralizza e annichilisce; per la sposina la battaglia si svolge così su due piani: deve riuscire a trovare un editore per il libro del marito, nonchè a farlo tornare virile: con la pornografia, con una prostituta, con la gelosia...
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