Il diciottenne Enzo vive con la famiglia a Napoli, nel quartiere di Secondigliano. Dopo la morte del padre, il ragazzo tenta di dare una mano, ma si trova coinvolto in una serie di episodi drammatici...
Note
Cinema neorealista, quasi cronachistico; cinema di spostamenti e di pedinamenti alla ricerca della dignità e dentro la battaglia contro la sventura che ti schiaccia. Attori presi da quel groviglio di strade e palazzoni che soffocano Napoli. Si vede che Marra conosce bene questo universo: quel che un po' manca è uno scatto narrativo, qualche invenzione in una messinscena che non si abbandoni al solo seguire una via crucis infinita e scarna.
Bello bello, ma approfondire un po' di piu' e' meglio secondo me. Troppe cose lasciate en superficie.comunque preggiato, anche se alla fine me volevo impicca'!
Il cinema di Vincenzo Marra, sempre estremamente coerente (sia pure con qualche passaggio più sfocato, come L'ora di punta), tocca probabilmente il punto più alto con Vento di terra.
Dramma di esasperato ed esasperante realismo, rispetto al quale si sono azzardati accostamenti suggestivi, ad esempio con la poetica del verismo di Giovanni Verga, l'opera ha una sua intima… leggi tutto
Dopo la morte improvvisa del padre, Vincenzo (Pacilli) - che vive a Secondigliano con la madre e rischia lo sfratto - deve decidere del suo futuro. Dapprima tenta la strada della malavita, quindi si arruola nell'esercito, viene mandato in Kossovo (siamo nel 1999) dove contrae un cancro a causa dell'uranio impoverito. L'opera seconda di Vincenzo Marra è segnata da una marcata impronta… leggi tutto
Di film ne vedo e, soprattutto, ne ho visti tanti, ma tristi e sconsolati come "Vento Di Terra", non riesco a ricordarmene. Il neorealismo napoletano del regista, siamo al limite della commedia meroliana, (mancano, per fortuna, le canzoni), è sicuramente cosa interessante, seppure abusata (se non è periferia romana, è napoletana), ma l'opera di Marra non decolla mai, ma… leggi tutto
Di film ne vedo e, soprattutto, ne ho visti tanti, ma tristi e sconsolati come "Vento Di Terra", non riesco a ricordarmene. Il neorealismo napoletano del regista, siamo al limite della commedia meroliana, (mancano, per fortuna, le canzoni), è sicuramente cosa interessante, seppure abusata (se non è periferia romana, è napoletana), ma l'opera di Marra non decolla mai, ma…
Dopo la morte improvvisa del padre, Vincenzo (Pacilli) - che vive a Secondigliano con la madre e rischia lo sfratto - deve decidere del suo futuro. Dapprima tenta la strada della malavita, quindi si arruola nell'esercito, viene mandato in Kossovo (siamo nel 1999) dove contrae un cancro a causa dell'uranio impoverito. L'opera seconda di Vincenzo Marra è segnata da una marcata impronta…
Il cinema di Vincenzo Marra, sempre estremamente coerente (sia pure con qualche passaggio più sfocato, come L'ora di punta), tocca probabilmente il punto più alto con Vento di terra.
Dramma di esasperato ed esasperante realismo, rispetto al quale si sono azzardati accostamenti suggestivi, ad esempio con la poetica del verismo di Giovanni Verga, l'opera ha una sua intima…
VOTO : 6,5. Piccolo film italiano che porta con se gli echi del cinema neorealista (già per questo andrebbe tutelato, visto che ormai sono pochissimi gli esemplari di nuova realizzazione) che fu e che si lascia apprezzare sotto diversi punti di vista. La vita è difficile in uno dei sobborghi più duri di Napoli, ma lo è comunque dappertutto; lo scopre il protagonista,…
Vedendo il film viene da domandarsi il perchè ci crucciamo per i problemi quotidiani che ci troviamo ad affrontare. Forse il film affronta un caso veramente disperato, ma non credo sia poi così utopico trovarlo nella realtà. E allora vale la pena affrontare la vita con un po' più di piglio e sorridere di tanto in tanto!
Troppe disgrazie per un uomo solo, verrebbe da dire. Superata, però, questa prima obiezione, va detto che il film di Marra è gestito abbastanza bene. Le vicende raccontano di una vita vera, con i suoi stacchi e con i suoi strappi. Gli unici momenti felici di Vincenzo sembrano quelli che lo vedono girare in motorino per una città di Napoli che ha il sapore del vero e rifugge da qualsiasi…
Marra sceglie l'approccio narrativo giusto per raccontarci le difficoltà familiari e lavorative, personali ma anche universali, di un ragazzo della Napoli d'oggi: stile asciutto, molti silenzi, volti e luoghi in primo piano. Inappellabile, senza sbavature; tuttavia poteva osare di più. Voto (da 1 a 10): 6,5.
Ha vinto la sezione Orizzonti a Venezia, ed un cinema ritrovato e vero, con la scuola del nostro neorealismo, ma che ha saputo andare avanti e renderlo personale. La sua limpidezza, onestà, concretezza e semplicità colpisce in pieno il nostro sguardo, mai edulcorato da una passione evidente, ma che comunque riesce a prenderci come spettatori. I Vinti, come diceva Verga, rimangono schiavi del…
Tempeste di vento . Dentro e fuori . Pioggia battente e lacrime come pietre . Inutili . Le parole sono spazzate via . In lande desolate di tragiche odissee . Quelle di tutti , quelle quotidiane ,quelle di sempre .…
tempo fa su tele+ fecero uno speciale su pasolini. ferrario diresse "provini per un massacro", intervistando ragazzi e ragazze chiedendogli se fossero stati disposti a fare certe cose per un film. un pò quello che…
Marra getta alle ortiche una prima parte senza pecche cadendo, dall'arruolamento in poi, nella trappola del film di denuncia. Il racconto dell'addestramento e della spedizione in Kossovo risulta infatti schematico e risaputo, col risultato di banalizzare le atmosfere rarefatte e i tempi spigolosi che al contrario induriscono efficacemente la rappresentazione della quotidianità metropolitana. Un…
mi è molto piaciuto soprattutto perchè non indigia mai sulle ( tante e normali ) disgazie che accadono la protagonista e che potrebbero accadere a tutti anche se non viviamo nella periferia di napoli. il lavoro, l'allontanamento da casa, i lutti , le tensioni, le piccole gioie e i momenti di serenità che possono addensarsi a volte in un unico nome che non si dice per scaramanzia e perchè…
da queste parti, le "mie" parti... faccio come la regina di cuori in ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE di walt disney, i capolavori li lasciamo agli stanley kubrick, che poveretto pace all'anima sua, creava capolavori anche assiso sul water-closet e le "opere" le lasciamo volentieri ai michelangioli antonioni. qui dalle mie parti si guarda film con i piedi un pò più piantati in terra. una terra…
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Bello bello, ma approfondire un po' di piu' e' meglio secondo me. Troppe cose lasciate en superficie.comunque preggiato, anche se alla fine me volevo impicca'!
commento di nica