Regia di Maurizio Liverani vedi scheda film
Un ex seminarista diventato fotografo è fissato con il 'solco di pesca': il culo. Non fotografa altro. Quando incontra quello di Viviane decide di approfondire la conoscenza anche con il resto del corpo di lei; sposata ma totalmente disinibita, Viviane coinvolge anche la domestica Tonina in questo morboso rapporto artistico-sessuale. Il fotografo però decide di tornare alle vecchie abitudini.
Dopo un incoraggiante esordio (Sai cosa faceva Stalin alle donne?, del 1969), Maurizio Liverani arriva a girare la sua opera seconda solamente nel 1975, a sei anni di distanza; e per di più è una pellicola dai contenuti piuttosto blandi, apprezzabile quasi esclusivamente dal punto di vista erotico. Perchè a conti fatti la sceneggiatura dello stesso regista e la conseguente messa in scena, pur trascurando la sostanza, si prodigano parecchio sul versante voyeurista-morboso, intrigando lo spettatore a più riprese. Ciò anche grazie, per forza di cose, alle due splendide protagoniste, mai vestite in novanta e passa minuti di film; ma che Gloria Guida e Martine Brochard - o, meglio, i loro corpi - abbiano bisogno di presentazioni è naturalmente una sciocchezza. Alberto Terracina è il 'beato fra le donne' protagonista maschile, mentre in ruoli minori troviamo Emilio Cigoli, Diego Ghiglia e Rita Corradini; non male le musiche di Teo Usuelli. Se è difficile immaginare un lavoro erotico e intelligente al tempo stesso, questo Il solco di pesca - pur confermando tale difficoltà - dimostra però che si può puntare arditamente sul sesso, spiattellato senza giri di parole a favore di camera (la prima inquadratura è un culo: non sarà certo l'ultimo del film), e mantenere al tempo stesso una storia non priva di psicologia e di personaggi un minimo caratterizzati. Insomma, la differenza fra Il solco di pesca, che non è sicuramente un capolavoro, e la media commedia scollacciata di quei tempi è evidente; a dirla tutta, in effetti, è il tono stesso di commedia a vacillare spesso. 3/10.
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