Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Non mi è piaciuta un granché quest'opera del prolificissimo autore bavarese: troppo simbolica la relazione, vista soprattutto come sfruttamento interclassista, tra il sempliciotto Fox - lo stesso Fassbinder - attrazione in un parco di divertimenti che si ritrova senza lavoro e il mellifluo Eugen (Peter Chatel) che, dopo averlo circuito, si fa prestare una grossa somma di denaro vinto alla lotteria per riassestare le casse della sua azienda e, alla fine, lasciarlo senza il becco di un quattrino.
Allo sventurato non resterà altro che una soluzione estrema.
Se comunque gli intenti di critica socio-politica appaiono lodevoli, la resa cinematografica è altalenante nel ritmo, con delle cadute vorticose alternate a sequenze più riuscite e la definizione del personaggio interpretato dal regista è ondivaga poiché in una scena viene ritratto come uno stupido che si fa abbindolare da chiunque, mentre in quella successiva addirittura interloquisce in un locale in un perfetto inglese con degli avventori.
Un punto di forza del film invece è la fotografia a tinte forti dell'abituale collaboratore Michael Ballhaus.
Non conosco molto la sterminata filmografia di Fassbinder ma, del poco che ho visto, apprezzo maggiormente i suoi film del versante 'decadente' - uno su tutti 'Veronica Voss' -piuttosto che questi dal contenuto più politico.
Un regista in questo caso da rimandare ma sicuramente da approfondire.
Voto: 5 (visto in v.o.s.).
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