Regia di Silvio Amadio vedi scheda film
Subito dopo i titoli di testa, l'Aretino Pietro lo troviamo così: nudo, proprio come dice il titolo, in un'improbabile Roma del cinquecento e nel bel mezzo di un caos pazzesco. Nel cinquecento, perché "Il Divino Pietro Aretino" (1492-1556) ed i suoi scandalosi sonetti, sono proprio di quel secolo, mentre il film fa parte di diritto dei "decamerotici" di boccaccesca memoria. Peccato che il "Decameron" (1349-51) sia ambientato nel pieno trecento! Ma, in effetti, sono solo inutili sottigliezze; infatti, anche le pellicole ispirate a "I racconti di Canterbury" (1387-88), a "Il Novellino" (1476) ed addirittura a "Le mille e una notte" (X secolo), sono state riversate nello stesso calderone e, a ben vedere, le situazioni sembrano fatte con lo stampino. La storia, scritta da Enrico Bomba (anche sceneggiatore), fatta di donne allupate, mariti cornuti, conventi come bordelli ed un piacevole italiano arcaico zeppo di allusioni per nulla velate, è uguale a buona parte dei film di questo sottogenere cinematografico. Tornando alla pellicola, è tutto sotto la decenza: regia, cast tecnico ed interpreti. Girato in gran parte ad Arpino (FR).
Musiche piuttosto modeste di Vittorio Stagni ed Elio Maestosi. Riproposta in continuazione nella pellicola, "La ballata dell'Aretino" cantata da Germana Dominici, più che una ballata, assomiglia ad una cantilena.
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