Regia di Bruno Bozzetto vedi scheda film
Uno dei pochi film di animazione italiani da me visti, che ho ripreso in questi giorni nell'ambito del mio personale excursus sul cinema a cartoni animati. È una personale risposta di Bruno Bozzetto al classico "Fantasia" di Walt Disney, ma ad essere precisi è un film solo in parte animato, perché circa la metà è in "live action", come si dice oggi. Lo sforzo di Bozzetto è originale e riuscito per tanti versi, ma credo che da un punto di vista estetico non raggiunga lo splendore del classico disneyano: non c'è la stessa ambizione, e dove "Fantasia" ci proponeva quasi due ore di animazione pura, qui avremo circa 40-45 minuti di sequenze a disegni animati. Va riconosciuto a Bozzetto e al suo team di avere uno stile fortemente personale che si distacca dal modello disneyano che per tanti anni è stato quello dominante, con una rappresentazione della sessualità e dell'amore fisico tra adulti che in un film di Disney probabilmente non avremmo mai avuto. Tra gli episodi il migliore è sicuramente il "Bolero" di Ravel con una fantasmagoria in crescendo sullo sviluppo della vita nelle sue diverse forme che è uno spettacolo ammaliante e seducente; molto buoni almeno "Preludio al pomeriggio di un fauno" da Debussy e il "Valzer triste" di Sibelius, dove abbiamo un satiro che insegue una ninfa che vuole conquistare e un gatto che in un palazzo diroccato ricorda quando stava con la famiglia che lo ospitava. Divertente anche l'episodio da Vivaldi con l'ape alle prese con la coppia che amoreggia, mentre la Danza slava e L'uccello di fuoco non mi hanno particolarmente entusiasmato anche se restano interessanti nelle soluzioni figurative. Tuttavia, il film comprende un'altra metà dove assistiamo alle prove di un'orchestra composta da sole vecchiette e allo scontro fra un direttore d'orchestra e un disegnatore: è una sorta di comica che omaggia la comicità slapstick ma finisce per apparire come uno scherzo tirato un po' per le lunghe. Simpatiche le prestazioni di Maurizio Nichetti, che non dice una parola, di un giovane Maurizio Micheli e di Nestor Garay e buone alcune trovate come la lotta con lo.scimmione, di gusto felliniano. È chiaro che Bozzetto e il suo studio non avevano certo il budget faraonico con cui fu realizzato "Fantasia", ma il film resta ancora un divertissement curioso e intelligente, un esperimento che avrebbe meritato più fortuna.
Voto 8/10
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