Regia di Tony Scott vedi scheda film
Dicono che la sceneggiatura di "Man on fire" sia rimasta sospesa per qualche anno,in attesa che un regista la trasformasse in film:successo di una certa proporzione in America,il ritorno di Tony Scott dietro la macchina da presa a tre anni dal buon risultato di "Spy game" è un bel passo indietro per il regista di "Top Gun".Girato con stile effettistico da spot modaiolo,il film è lungo almeno mezz'ora più del necessario:a una prima parte comunque più decente ma dal passo non velocissimo succede una seconda tutta volta a ordire la parte thriller del racconto,di una violenza insistita e spesso rivoltante.Non si capisce perchè un cast di livello come quello presentato dal film si sia abbassato a prender parte a una pellicola in cui il protagonista si abbandona a esercitare una truculenza draconiana che neanche i personaggi più efferati di Chuck Norris e Charles Bronson si sarebbero sognati di perpetrare.Scontato,poi l'intrigo dietro il rapimento della piccola che il violento ex-soldato Washington avrebbe dovuto proteggere;colmo del sarcasmo,la dedica finale a Città del Messico,"posto speciale".Infatti,a giudicare da questo lungometraggio di compiaciutissima esposizione della violenza come necessario mezzo per la giustizia,che bel posto ,dove si può ammazzare una decina di persone per strada,si spara come si beve un caffè e la polizia è peggio dei criminali...
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