Regia di Shane Meadows vedi scheda film
Buon film sentimental politico nelle corde di Ken Loach. Gli amori e i dolori del proletariato inglese, per la precisione delle Midlands, come suona il titolo originale ("Once Upon A Time In The Midlands"), sono rappresentati con partecipazione sentimentale (simpatia) dal regista Shane Meadows, classe 1972, valendosi di un gruppo di attori britannici di buona scuola, tra i quali il più conosciuto, ma forse nemmeno il più bravo, è Robert Carlyle, qui nella parte di un cattivo perdente. I drammi di questa umanità sofferente ma mai doma e vitalissima (si vedano le bevute, la passione per la musica e le partite alla sala bingo) sono raccontati con freschezza, senza risparmiare frecciate verso i suoi gusti culturali (come nell'introduzione, ambientata in un programma simile al "nostro" Stranamore televisivo), secondo una trama che si segue volentieri e che non rinuncia all'uso dell'ironia, come dimostrano le parentesi dedicate alla scalcinata banda di rapinatori e agli operai di Dek. Qui le classi "dominanti" sono bandite dalla scena, come a dire che i proletari riescono a farsi del male anche da soli. Ma poi sanno risorgere e curarsi le ferite.
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