Regia di Pietro Germi vedi scheda film
«Un film fatto per gente all'antica... col risvolto dei pantaloni» P.Germi
Pietro Germi dirige ed interpreta il padre della famiglia protagonista di questa pellicola, una delle pietre miliari del cinema italiano neorealista ed internazionale,dando vita ad uno spaccato dell'epoca,come nel dipinto di Boccioni "la città che sale",nel dopoguerra negli anni 50' l'industrializzazione e la modernità prendono il sopravvento sulla vita delle persone,e in questo film viene raccontata la storia di una famiglia italiana ,come tante dell'epoca,attraverso gli occhi del più piccolo della famiglia,Sandrino,nella sua genuinità ed innocenza,coglie gli aspetti della vita familiare,dal padre ferroviere che lotta per il proprio lavoro,contro sindacati e colleghi,cerca di portare sempre qualcosa a casa,la madre casalinga, i due figli più grandi,Giulia che è costretta ad un matrimonio riparatore, ed Andrea,che vive di rendita,giocatore d'azzardo nelle bische. Una storia vera ed autentica raccontata con sincerità e sentimento,senza mai perdersi nell'essere melenso. Sublime l'interpretazione e la regia di Pietro Germi,buona l'intepretazione anche degli altri attori.
Ermanno Olmi ricorda Pietro Germi:<<"Roma. Da Rosati a via Veneto. Germi lo trovavi sempre lì, al bancone del bar, seduto davanti a un bicchiere di vino. Non era una posa d'artista: era davvero nella sua natura starsene silenzioso a pensare sorseggiando del buon vino. Se non avessi saputo ch'era un celebre regista e anche attore avrei detto, per istintiva sensazione, che poteva essere un ferroviere. Perché mi ricordava mio padre come lo avevo in mente da bambino: anche lui ferroviere. Gente solida, buoni bevitori ma rigorosamente sobri in servizio. Quel giorno di settembre, fu proprio Germi a rivolgermi un saluto. Fino ad allora, io lo incontravo spesso lì (lo ammiravo moltissimo), ma non avevo mai osato importunarlo. Mi disse che aveva visto Il posto, il mio film che era stato alla Mostra di Venezia e che gli era piaciuto. Io gli confidai la grande emozione (e le lacrime!) per il suo Ferroviere. Ma al di là della grazia sublime dell'opera ? di una rara potenza poetica! ? c'era per me una ragione particolare, che mi faceva amare in modo speciale quel suo film: riguardava la mia stessa vita e quella di mio padre che aveva attraversato le stesse vicende del suo ferroviere.">>
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