Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Ci sono alcune imperfezioni di fondo, alcuni eccessi moralistici e buonistici e qualche forzatura, ma è francamente difficile non farsi travolgere e coinvolgere dalla sarabanda di sentimenti che il regista Germi riesce a provocare nello spettatore (complice anche la musica di Rustichelli), con una tensione drammatica dosata alla perfezione, nessuna enfasi retorica e soprattutto personaggi che meriterebbero ognuno un film per sé. Il ferroviere, oltre ad essere un'opera di stampo neorealista, è anche un grandioso documento storico per capire come eravamo e come siamo diventati. Ma soprattutto è un modo per vedere la società attraverso lo sguardo critico di un regista incapace di farsi ingabbiare dalla retorica di governo (democristiana) e dell'opposizione (comunista) e che riesce così a mostrarci un modello di proletariato assolutamente originale e rivoluzionario. Un proletariato che, più che pensare alla lotta di classe, ama cantare all'osteria ed ubriacarsi di vino, che tiene dei gioielli nascosti in casa e che, in caso di necessità, riesce a comportarsi anche da crumiro ed a farsi poi perdonare dai suoi compagni. Ma è un proletario che, allo stesso tempo, è abbandonato ed ignorato dal potere e dalle istituzioni (il protagonista Marcocci rischia di perdere il lavoro e la pace per una distrazione dopo trent'anni di servizio). Buonista? No, direi assolutamente originale e forse un tantino geniale.
Tabellino dei punteggi di Film Tv ritmo:2 impegno:3 tensione:2
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