Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Drammone strappalacrime d'altri tempi, costruito con grande perizia da uno straordinario Germi, ai massimi livelli sia come regista che come attore. Forse la sua prestazione guadagna di pathos per quel tocco autobiografico innegabile nell'opera; fatto sta che, per quanto visto oltre mezzo secolo dopo il film risulti abbondantemente datato, siamo di fronte comunque ad un'opera di indiscutibile valore. La narrazione affidata alle ingenue parole del figlio più piccolo è un ottimo espediente per alzare il tasso di lacrimosità.
Andrea Marcocci, ferroviere, è un uomo solitario, un po' bruto e rude, ma fondamentalmente buono. Sul lavoro però non ha amici e in famiglia i problemi sono tanti; gli unici a sostenerlo nel momento più difficile sono la moglie (con qualche riserva) ed il figlioletto più piccolo, incondizionatamente. Marcocci si spegne proprio quando la situazione sembra tornata in uno stato di quiete.
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