Regia di Émile Gaudreault vedi scheda film
Sì, è vero, siamo dentro i più feroci stereotipi sulla comunità italiana, ma vi possiamo anche leggere la sua insospettabile capacità di cambiamento e di riscatto. E, chissà perchè, a me non viene certo in mente che sia un film su un certo tipo di cultura "etnica", bensì sul perbenismo di certe (numerose) famiglie borghesi, che se ne infischiano dei contenuti emotivi e delle sofferenze purchè sia rispettata la forma!
Nè ci vedo la sia pur minima volontà di mettere alla berlina il mondo gay, ma solo il tentativo di rappresentare una comune storia di amore e di tradimento con una trama magari sempre un po' sopra le righe, ma scorrevole, divertente e - perchè no - appassionante.
Angelo, ragazzo sensibile, con vena artistica alla ricerca di una adeguata via espressiva, bistrattato prima dai compagni di scuola e poi dai clienti del call-center in cui lavora, prigioniero di una famiglia moralista, riesce un giorno a fare outing sulla propria omosessualità, ritenendo - per sbaglio - che anche il suo compagno Tony sia altrettanto pronto. Quando questi invece non lo segue, anzi si dà da fare per appalesare il contrario, si ritrova tutti contro: i pregiudizi della sua comunità, gli anatemi della famiglia, il tradimento di Tony. Ma proprio da questa fase di sofferenza non solo Angelo ma anche la sua famiglia sapranno elaborare cosa fare ed essere, e come farsi guidare solo dalle passioni (nei rapporti umani come nel lavoro) piuttosto che dalle stantie convenzioni moralistiche.
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