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Palindromes

Regia di Todd Solondz vedi scheda film

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La recensione su Palindromes

di supadany
8 stelle

VOTO : 7.

Solondz conferma ancora una volta di essere una voce scomoda all’interno della cinematografia americana,  anche se di americano ha ben poco, in più dimostra che le idee contano più dei mezzi (da sempre per lui sono stati limitati) e ci regala un (altro) piccolo quanto prezioso film.

Aviva è ancora una ragazzina, ma con le idee chiare in testa, infatti ha deciso di voler diventare madre andando contro il normale percorso (scuola, università, lavoro matrimonio e figli) imposto dal sistema.

Quando, in seguito al primo (pseudo) rapporto con un ragazzino, rimarrà incinta i genitori la obbligano ad abortire, ma dopo l’operazione decide di scappare di casa andando alla scoperta del mondo entrando in contatto con le realtà più “normali”, ma sempre caratterizzate da limiti e difetti.

L’idea che spiazza fin da subito è la folle scelta di far interpretare la protagonista a diverse attrici suddividendo il film in capitoli intitolati in funzione dei personaggi che abitano i vari segmenti dell’avventura di Aviva.

Opzione originale (anche perché si passa per fisionomie diversissime, in una è interpretata da Jennifer Jason Leigh), in apparenza alquanto bislacca, ma ben utilizzata, finendo così con l’essere funzionale (e valore aggiunto) ai vari passaggi del personaggio.

Passaggi che vedono entrare in scena tantissime tematiche attuali e difficili.

Si parte con l’aborto, affrontato con fin troppa leggerezza dalla madre della ragazza (tanto più che racconta la sua esperienza in materia come se fosse stata una passeggiata di salute), passando poi ai limiti della classica famiglia americana di stampo borghese (tutti perfettini di facciata, ma senza peli sullo stomaco), attraversando il fanatismo religioso (la famiglia allargata pronta ad accogliere tanti bimbi sfortunati, ma incapace di andare oltre agli indizi segnalati dalle apparenze), incontrando poi soliti approfittatori (che dopo una notte di sesso la abbandonano in motel) arrivando fino all’omicidio.

Insomma Solondz non si (ci) fa mancare nulla o quasi, ne ha per tutti e quanto mostra lo impreziosisce con dialoghi attinenti e ben sviluppati, chiudendo poi la vicenda con un briciolo di speranza, un sorriso di una ragazzina che conta più di mille problemi (con tanto di musichetta allegra sui titoli di coda), segno che ancora qualcosa si può fare per questo deviato mondo.

Dunque un altro prezioso tassello della filmografia di Solondz, disponibile da noi in dvd senza doppiaggio; personalmente preferisco vedere film doppiati, per non dovermi “concentrare” troppo nel leggere i sottotitoli, ma sarebbe bello se capitasse più spesso di poter vedere prodotti, lontani da quanto il mercato impone, almeno in questo modo (che poi sarebbe anche il più giusto a voler ben vedere il lato artistico).

Da amare o odiare, ma comunque da vedere.

Su Todd Solondz

VOTO : 7.
Regia molto interessante non solo per i (tanti) temi che affronta lungo il tragitto, ma anche per le modalità espressive che adopera.

Su Ellen Barkin

VOTO : 6/7.
Interpretazione decisamente succolenta, davvero brava nei panni della donna rassicurantemente ottusa.

Su Jennifer Jason Leigh

VOTO : 6++.
Interpreta in un capitolo la protagonista (!?!?).
Nei pochi minuti che ha a disposizione è convincente.

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