Regia di Gero Zambuto vedi scheda film
INGENUO. ma sincero questo esordio di toto al cinema, chiaro che fece di gran lunga di meglio in seguito e che qui la comicità per cui lo conosciamo è ancora in embrione però la gag in cui dirige l'orchestra vale la visione di tutto il film. una curiosità: nel film anche uno dei primi (velati) topless cinematografici regalatoci (per un paio di secondi) dalla protagonista nella scena del massaggio e non c'è motivo per pensare che in un altra scena, nelle gags delle scarpe, il tipo pelato di spalle si riferisse a mussolini per questo la censurà non tagliò.
le disavventure di uno charlot nostrano con gags già rodate perchè portate nei teatri dagli interpreti medesimi del film (non a caso lo spettacolo di toto si chiamava "pe amore di charlot"). comicità più di slapstick e di mimica facciale che di battute dialogate del resto qui molti attori avevano iniziato col muto....
strepitosa la canzoncina leit-motiv "amore in macchina": pua rivsta & avanspettacolo
alcune gag non fanno ridere peccano di spontainetà
la doppiatrice italiana di shirley temple le è uguale in tutto e per tutto anche nel visino e nelle movenze: mi chiedo quanto incasso avrebbero fatto i remake italiani dei film della più famosa baby-diva statunitense del periodo attualizzati in una realtà a noi familiare....e nessuno ci pensò: QUI FUNZIONA E CANTA PURE
come assia noris rappresentava uno stereotipo per l'epoca della bionda alla jean harlow con tanto di accento esotico/slavo, bella, simpatica e aveva anche una bella voce ma poi di lei si persero le tracce: peccato davvero
la spalla di toto in questo film, forse è l'unico (con fernadel e cervi) che non si farà rubare la scena da quest'ultimo essendo più anziano del principe de curtis ancora alle prime armi
un clone di aldo fabrizi (quando quest'ultimo, non suo coetaneo, data la giovane età non era ancora così grasso e occhialuto); un caratterista efficace ma ha lavorao poco nel cinema: chissà se fabrizi per i suoi personaggi si è ispirato a lui?
proprio solo un cameo, giovane (e già brutta) si capisce che ci sa fare ma non ha battute per far idere
truccato per renderlo una maschera, magrissimo, sbruffoncello come ogni scugnizzo doveva essere e con movenze alla charlot (allora in gran voga): ecco il suo esordio nel grande schermo
benchè non fece troppe regie aveva la mano per girare. gli va riconosciuto il merito di aver girato negli esterni dell'epoca alcune scene: vedere la Roma anni '30 pulita e senza traffico automobilistico è uno spettacolo nello spettacolo
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