Regia di Mike Leigh vedi scheda film
Ecco uno di quei film dove devo dividere il giudizio estetico da quello sul senso del film, il suo messaggio.
Il primo è sicuramente positivo, perché è un'opera scorrevole che si guarda con attenzione nonostante le due ore. Gli attori sono bravi, e Mike Leigh sembra dirigerli con precisione e attenzione ai particolari. Mi sembra che sia sul livello di altri suoi film.
La protagonista è descritta come un personaggio molto positivo: altruista, generosa, attenta alle esigenze degli altri, disinteressata... In questo contesto va collocata la sua attività clandestina, che il regista presenta come coerente con il resto della sua vita e con il suo carattere. Per lei procurare aborti significa aiutare donne in difficoltà, e lo fa con questo spirito. Sotto questi punti di vista ha una coscienza candida, quasi ingenua. Per certi suoi atteggiamenti, verso la fine diventa però un personaggio complesso, perché a me paiono contraddittori o problematici. Perché si vergogna tanto davanti ai familiari se è convinta che quello che fa è giusto? Perché fa tanta fatica a dirlo chiaro e tondo alla polizia, se però ammette tutto e conferma le accuse? In questi contesti Vera Drake rivela secondo me quasi una scissione della personalità. Un altro aspetto che la caratterizza è il rifiuto di pronunciare la parola "aborto" e l'usare un linguaggio allusivo, con voce dolce, che a me mette i brividi: "un paio di giorni e verrà fuori tutto, e tu sarai come nuova", "aiuto le donne a tornare ad avere le loro cose". Perché non si possono pronunciare certe parole se ci si crede?
E proprio qui arriviamo al messaggio del film, che è di sostegno alla ventura legislazione sull'aborto (in Inghilterra 1968) e che non mi trova d'accordo. Solo per restare alle donne e tralasciando i concepiti, esiste il problema del trauma post-aborto, che può emergere subito dopo l'evento o anche molti anni dopo. E' un universo sommerso di cui non si ama parlare: incubi notturni, ansia, attacchi di panico, depressione. Pertanto non posso condividere lo sguardo di Mike Leigh su Vera Drake, il quale la vede come una donna altruista che aiuta altre donne.
Detto questo, devo anche precisare che il regista evita i didascalismi e le "dimostrazioni", i quali mi avrebbero reso il film indigesto. Lascia che parlino i fatti inscenati e tanti piccoli particolari dei dialoghi e dei personaggi. Anche i personaggi di contorno non sono divisi in modo manicheo; gli stessi poliziotti che l'arrestano hanno un'immagine piuttosto sfumata tra il positivo e il negativo. Insomma, un messaggio che mi trova fortemente contrario ma inscenato bene.
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