Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Los Angeles, metropoli in cui la percentuale di senzatetto è maggiore che in qualsiasi altra città americana. Un reduce, la cui vita è dedicata alla sorveglianza, alla ricognizione, al monitoraggio di tutto quanto sia sospetto dopo il disastro dell'11 settembre. Una nipote inaspettata, sbucata dal passato, direttamente catapultata da Atel Aviv in una missione per homeless nella downtown della città degli angeli. Un predicatore nero, votato all'accoglienza, alla solidarietà e al proselitismo. L'assassino di un immigrato pakistano e la psicosi degli attacchi terroristici e degli intrighi internazionali come molla. "L'America ha bisogno di noi, stanno tentando di infettarci!" riassume la retorica sfacciatamente ostentata di uno dei protagonisti mentre il titolo rimanda all'omonima canzone di Leonard Cohen, sarcasticamente didascalico. Wenders è cineasta complesso che ad una prima parte di carriera altamente poetica e votata alla ricerca cinematografica, ha affiancato in seguito un percorso di consapevolezza etico politica che gli ha fatto perdere il senso della misura nell'uso della narrazione cinematografica. Sopravvive lo sguardo di un regista in ogni caso talentoso e capace, soprattutto quando a soccorrerlo ci sono gli spazi aperti. Il cantiere finale sulla voragine delle due torri richiama alla mente Spike Lee e Sean Penn e, a confronto, risulta debole e sottotono. Soundtrack come di consuetudine votata al rock sofisticato.
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