Regia di Wim Wenders vedi scheda film
Un ritorno al passato per Wim Wenders,la speranza di rivederlo al livello di molti suoi film di inizio carriera è la sensazione che lascia questo film appena terminata la visione.E'ritornata la cinepresa curiosa e stranita di Paris,Texas, il suo modo di inquadrare la realtà che la circonda sembra quasi lo stesso.E' l'America che è cambiata e non è un luogo comune,tra l'una e l'altra c'è un maledetto 11 settembre di mezzo.La storia è presto detta:ex veterano del Vietnam afflitto da paranoia post attentato cerca i cospiratori contro la sua madre patria.La nipote fa volontariato cercando di aiutare immigrati.Non si conoscono ma l'uccisione di un immigrato li riunirà per le indagini e farà maturare al veterano una nuova consapevolezza.Molti hanno tacciato questo film di retorica(anche il Mereghetti per esempio):mi permetto di non essere d'accordo,Wenders stavolta la retorica la riesce a frenare(per quanto possibile) e si dimostra quasi pudico nel decidere che cosa mostrare allo spettatore.Certo non tutto va per il verso giusto,il film parte faticosamente e gli incubi del veterano che mescolano suggestioni post Vietnam all'attentato alle Due Torri possono apparire pretestuosi nel loro accostare programmaticamente tra loro due tragedie che ancora bruciano sulla pelle dell'americano medio.E noi siamo ben consci che il loro effetto sulla società americana si protrarrà ancora per anni e anni.Poi però si comincia a intravedere la luce:convince la descrizione fatta di uno dei posti più lerci della terra,Down Town Los Angeles che per ironia della sorte è incastonato nel bel mezzo di tutto ciò che è più glamour nella West Coast,terra di uomini perduti e che non hanno nemmeno mai visto il Sogno Americano.E'decisamente bella la parte in cui i due vanno alla baraccopoli dove abita ancora il fratellastro dell'immigrato ucciso(assieme a tanti altri poco fortunati) e siamo quasi ai livelli del Wenders migliore quando i due protagonisti sul loro pick up partono per una sorta di pellegrinaggio a Ground Zero.Lui afferma che pensava che fosse più grande.Noi praticamente non vediamo nulla,ne intuiamo solo i contorni.Wenders ci regala la sensazione di un non luogo con un non sguardo.La cinepresa pudicamente si ferma a mezz'aria. Una sensazione di vuoto paragonabile a quella provata in situazone analoga ne La 25esima ora di Spike Lee che invece con la cinepresa aveva mostrato le macerie fisiche e anche quelle psicologiche.Wenders mostra tutto il resto.
regia decisamente convincente
un bella scoperta
ottimo
non male
ok
vecchio e dolente,ma forse vecchio lo è sempre stato
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