Regia di Jonathan Glazer vedi scheda film
Malinconico e struggente dramma sull'impossibilità di amare ed essere amati. La reicarnazione è una scusa per celare -sottotraccia- una pericolosa pulsione verso minorenni, vissuta con certa angoscia dalla brava protagonista.
Anna (Nicole Kidman) è rimasta vedova in giovane età. Dopo dieci anni sembra avere ritrovato la voglia di costruire una famiglia e decide di sposarsi in seconde nozze con Joseph (Danny Huston). Tutto sembra procedere nel migliore dei modi e il matrimonio è alle porte. A turbare la ritrovata tranquillità di Anna è pero un bambino di dieci anni: si presenta come Sean (Cameron Brigh), il marito defunto, e conosce dettagli intimi della precedente relazione.
Melodramma dalle tristi -quando non sconsolanti- derivazioni, con pericoloso approccio alla pedofilia (la scena con Anna nella vasca e il piccolo Sean che si spoglia e la raggiunge, i discorsi sul sesso di Anna e certe sue evidenti turbe). Birth. Io sono Sean sarebbe solo un brutto film che tenta di narrare l'ennesima blanda storiella sulla reincarnazione, senonché la Kidman è una bravissima attrice (anche se poco credibile nel ruolo di vedova da dieci anni) ed è circondata da attori di classe.
Anche il piccolo (all'epoca) Cameron Brigh se la cava decorosamente avendo, lo stesso anno, solcato pure l'altrettanto asfittico set con De Niro (il dimenticato -e brutto- Godsen). Ecco dunque che, in forza di un cast che crede (incredibilmente) nella sceneggiatura, il film assume una sua decorosa forma: quella di un apologo straziante sull'impossibilità di amare ed essere amati, con un velo di inquietante tristezza che traspare anche dal volto (troppo maturo) di un decenne confuso e perso, tra una vita presente ed una passata.
Il Dvd Eagle Pictures presenta il film in una decorosa qualità audio video, senza alcun extra di contorno. La durata è pari ad 1h36m02s.
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