Regia di Claire Denis vedi scheda film
L'"intruso" del titolo è il cuore che viene trapiantato a Louis, il protagonista del film. Questi intraprenderà un viaggio che, dalle nevi della Svizzera, lo porterà a Tahiti, dove (forse) riuscirà ad incontrare quel figlio che crede di aver avuto anni prima con un'indigena del luogo. Il film è un on the road destrutturato e sconnesso, in cui la Denis scompagina continuamente le carte, tanto da rendere impenetrabili - e quindi più veri - i gesti e le azioni del protagonista e dei personaggi che egli incontra.
La potenza evocativa della sola colonna sonora, curata come di consueto per il cinema della Denis dalla band post-rock Tindersticks, basterebbe per farne un assoluto classico contemporaneo. Ma, come al solito, i nostri critici restano immancabilmente turbati per qualsivoglia segnale di audacia narrativa o stilistica. E, come si poteva prevedere, un film "diverso" come L'intrus di Claire Denis non ha avuto il minimo riscontro critico nel nostro paese.
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