Regia di Spike Lee vedi scheda film
Questa volta Spike Lee non ha fatto la cosa giusta. Se è lecito non pretendere da un autore, un capolavoro ad ogni suo nuovo film, e il precedente "La 25a ora" lo era veramente, è anche vero che questo ritorno alla commedia (decisamente sexy e in chiave di satira) da parte di Spike Lee, è un mezzo passo falso. "Lei mi odia", infatti, non ha la forza e la brillantezza dei suoi primi indimenticabili film e francamente, si pone purtroppo più dalle parti dell’inutile "Girl 6". La surreale e grottesca storia vede un giovane manager di una importante industria farmaceutica del paese, denunciare illeciti e un giro di corruzione che arriva ai suoi superiori. Risultato… viene licenziato, ovvio! A salvarlo dall’improvvisa emergenza arriva la sua ex, ora lesbica, che gli propone di concepire a pagamento un figlio alla sua attuale compagna. In breve questo diventerà il suo nuovo “delicato” lavoro, e si ritroverà così ad elargire il “medesimo servizio” ad un numeroso e ben assortito gruppo di lesbiche, disposto a pagare 10.000 dollari pur di avere un figlio. Che nella realtà, ad esempio, mai una vera lesbica ricorrerebbe ad uomo per poter riuscire ad avere un figlio, poco importa. Sono altri i motivi per cui "Lei mi odia" lascia l’amaro in bocca, finendo per risultare un film minore del caro Spike. Intanto, gli elementi portanti del film, quelli di denuncia sociale da una parte e di satira di costume dall’altra, non si fondono come dovrebbero. La scelta di Anthony Machie nel ruolo del protagonista appare in tale ottica infelice, certo non convince. Troppo difficile per lui il compito di tenere le fila del racconto. Poi Lee, diversamente da altre volte, non affonda veramente i colpi, si tiene troppo in superficie, e solo a tratti riesce veramente a graffiare.
Invece, come spesso gli accade, si dilunga. Il film dura proprio troppo, qualche sforbiciata avrebbe giovato. Su tutto e su tutti, rimane e svetta facilmente John Turturro. La sua imitazione di Brando nel Padrino è assolutamente meravigliosa e da sola vale il biglietto del film.
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