Regia di Spike Lee vedi scheda film
Se avete il dvd di questo film andate direttamente all'ottantacinquesimo minuto. È in quel momento che entra in scena Monica Bellucci, che continua a calcare imperterrita i set di mezzo mondo nonostante il suo talento sia ben più invisibile delle traiettorie tracciate da un neutrino. È lì che troverete la pasta di questo film girato svogliatamente da Spike Lee, che si limita a una regia blanda e televisiva per raccontare la vicenda di Anthony Mackie (Armstrong), passato - per necessità finanziarie - dalla denuncia di uno scandalo finanziario a inseminatore di lusso. Anthony, che è uno degli uomini di punta di una grossa casa farmaceutica, smaschera pubblicamente una losca operazione che la sua azienda sta varando per arrivare per prima alla corsa sul vaccino contro l'AIDS. Disarcionato in tronco dalla sua posizione prestigiosa, l'uomo si trasforma, grazie a una sua ex passata sull'altra sponda sessuale, in un fecondatore di lesbiche che ambiscono alla maternità. Ma in tribunale arriverà la giusta sentenza.
Tra mockumentary, richiami allo scandalo Watergate, scantonamenti animati con spermatozoi in azione, satira sociale, pamphlet e pretese d'alto rango, Lei mi odia è uno dei film più abborracciati di Spike Lee. In esso i due percorsi narrativi della storia rimangono a lungo separati e trovano cittadinanza anche i riferimenti alla mafia, un caso parossistico di suicidio e le difficoltà della vita di coppia. Troppo, davvero e troppo (138 minuti) e senza alcun appiglio esplicativo plausibile. La musica invadente di Terence Bkanchard fa il resto.
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