Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Amore e morte, l'amata e odiata borghesia a fare da sfondo: di quale film di Chabrol si tratta? Di uno qualunque, si potrebbe sostenere; e in effetti la produzione del regista francese dagli anni '80 si è raramente scostata dalle consuete e appena citate tematiche; per questo La damigella d'amore viene perfino riciclata la stessa firma - ma con un altro romanzo - che aveva ispirato Il buio nella mente, girato da Chabrol nel 1995, e cioè quella di Ruth Rendell. La fantasia è scarsa, ma le qualità del regista (e sceneggiatore, insieme a Pierre Leccia) sono note e non poche: la messa in scena sobria e funzionale alle atmosfere, il crescendo soffocante della narrazione (tanto che tagliando la prima mezzora di pellicola probabilmente il film avrebbe lo stesso senso), la ricerca psicologica nei personaggi, molto ben caratterizzati e, da non dimenticare, la direzione degli attori ottimale, complici ovviamente gli interpreti stessi, del calibro di Benoit Magimel e Aurore Clement, della quasi esordiente Laura Smet e con il solito ruolino laterale per Thomas - figlio di - Chabrol. La 'larga famiglia' del regista, che compone il cast tecnico del lavoro, è la solita: c'è Matthieu - altro figlio di - Chabrol per la colonna sonora, Eduardo Serra per la fotografia (piuttosto cupe entrambe, come d'altronde necessario), il montaggio di Monique Fardoulis. La damigella d'onore è in sostanza un film 'non nuovo', ma allo stesso tempo neppure 'vecchio', ravvivato dalla tensione di sottofondo - marchio di fabbrica del regista, d'altronde - e dalle vivaci caratterizzazioni/interpretazioni. 6/10.
Philippe, ragazzo di buona famiglia, si innamora ricambiato di Senta, affascinante damigella d'onore al matrimonio della sorella minore di lui. Il legame fra i due si fa via via più stretto e morboso, finchè Senta propone di stringere un patto estremo.
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