Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Non si sa mai bene che atteggiamento assumere con un film di Chabrol,soprattutto per i suoi ultimi e con questa Damigella d’onore il dubbio diventa quasi un fastidio.
Non certo per l’attesa di un colpo di scena,di una soluzione sensazionalistica o di uno stile di regia alticcio come è sempre più frequente incontrare.
Si tratta del dubbio che il film ci sia,o che almeno esista un film per gli spettatori,perché sicuramente questo cinema piace molto al suo autore ed ai suoi attori,ma non si sente mai un invito a proseguire,per quanto caldeggiato da una critica entusiasta.
I pregi non mancano,soprattutto nell’intenzione di Chabrol di rendere inoffensivo lo stereotipo(in realtà preziosissimo)del drammone criminale,del melò vissuto da identità destinata ad essere vinte,e di precederci per perquisire quelle stanze per farcele trovare già nude,del tutto spoglie.
In questo il film regge,ma dall’intuire una trovata efficace all’imbastire una tela che resista ad uno starnuto il passo è piuttosto lungo.
Ciò che più spiace è il sospetto che il saporito tema dell’infatuazione per un’inafferrabile emissaria di morte sia convertito ad una timida,momentanea e un po’ forzata passione che più che essere vissuta in uno scenario grigio e per questo struggente nella misura in cui può essere mortificata,in realtà risulta improbabile vista la mediocrità degli stessi personaggi,tranquillamente cancellabili e anche un po’ ridicoli.
Il tocco assai avveduto della regia(nulla è fuori posto,anche perché non c’è nulla che patisca il pericolo di essere in disordine) non riesce di sicuro a toglierci la sensazione di un’attesa piuttosto inutile,come quella per un mezzo pubblico regolarmente in ritardo,come pure quella di aver fissato per tutta la durata del film il busto che Philippe tiene nascosto,di assoluta rigidità e che si fa anche un po’ beffe di noi.
Vaporosa come non è facile immaginarla,ha una luminosità affranta che la conferma attrice di gran nome,anche perché nel coro degli altri attori il confronto non si pone neanche. Da riscoprire nella sua filmografia molto varia,tra cui c’è anche un ruolo importante in Paris,Texas di Wenders.
Da un po’ di tempo è fra gli attori preferiti di Chabrol,ma conserva una glaciale inefficienza che ,anche se indiscutibile dal punto di vista fisico,lo rende un attore senza slanci.
Altrove potrà apparire più adatta,vista la solarità del volto,ma come damigella ha sinceramente qualche pesantezza di troppo,e spiace dirlo perché è sicuramente colpa di una regia poco sicura della scelta.
Chabrol con questo film non sarà meno esperto né meno astuto,ma per completarlo più velocemente sembra abbia guardato sempre da un’altra parte,ed è un peccato che l’abbia suggerita anche a noi
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