Regia di Claude Chabrol vedi scheda film
Chabrol, ancora una volta, si nutre per le sue atmosfere noir della scrittura di Ruth Rendell, ma questa volta l'adattamento non raggiunge i risultati ottenuti col precedente Il buio nella mente. La damigella d'onore è uno Chabrol classico, in cui ritroviamo la provincia francese, la descrizione degli ambienti, la caratterizzazione dei personaggi e la tensione del grande maestro. Anche senza i bellissimi titoli di testa capiremmo subito che dietro la macchina da presa c'è Chabrol, tuttavia questa volta Senta, la damigella che muove l'azione è un personaggio che risente troppo della sua origine letteraria, pur se molto vicina alla Huppert di Grazie per la cioccolata non ha lo stesso potere ammaliante, noi non siamo sedotti da lei come non cadiamo vittime del suo gioco come Philippe (l'unico personaggio compiuto e ottimamente incarnato da Benoit Magimel), e questo è forse il limite più grande di questo film. Uno Chabrol meno convincente rispetto ai capolavori già citati Grazie per la cioccolata e Il buio nella mente, rispetto agli ottimi Il fiore del male e Il colore della menzogna,ma comunque da vedere.
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