Regia di Marc Forster vedi scheda film
Una storia magnifica: quella dell’amicizia dello scrittore J. M. Barrie con i quattro ragazzi Llewelyn Davies, con la loro madre Sylvia e con il loro padre Arthur (che morì solo una decina d’anni dopo l’incontro dei suoi figli con Barrie) e la nascita conseguente di un capolavoro per l‘infanzia, Peter Pan, ispirato proprio dalla famiglia Davies. Per raccontarla, Marc Forster aveva a disposizione materiali di prima scelta: le suggestioni infinite di Peter Pan e dei ragazzi perduti, la fantastica ricchezza del teatro edoardiano, lo splendore dei Giardini di Kensington, l’adolescenza ambigua che sempre fa capolino negli occhi di Johnny Depp (Barrie) e la luce da dentro che sempre emana da Kate Winslet (Sylvia), il carisma istintivo di due “mostri” come Dustin Hoffman e Julie Christie. Pensate cosa avrebbe potuto cavarne fuori Tim Burton, e dimenticatevi di lui. Neverland–Un sogno per la vita è accademico ed elegante, superficiale e annacquato. Non scava nelle infinite possibilità dei rapporti tra i personaggi e accosta meccanicamente brani di vita e scene della finzione teatrale. Pare targato più Miramax (in declino) che Forster, il cui film precedente (Monster’s Ball) era segnato da un solido realismo che non c’entra nulla con l’avventura di Barrie e dei ragazzi Davies.
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