Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Tra i più forti candidati ad aggiudicarsi il Leone d'Oro alla mostra di Venezia 2004(e,dopo la parziale delusione dell'anno scorso riguardo "Buongiorno,notte",la compensazione per un cinema italiano rimasto spesso a bocca asciutta avrà probabilmente il suo peso),il film che segna il ritorno alla regia di Gianni Amelio dopo cinque anni da "Così ridevano" è stato salutato con molto favore dal pubblico al Lido e dalla stampa.Uno sguardo ,ancora,del regista calabrese ai rapporti affettivi forti,su un bambino per forza e su un padre giovane che cerca un riscatto personale e sente contemporaneamente il bisogno di voler bene a quel figlio toccato dalla sfortuna:lo stile asciutto di Amelio è molto apprezzabile,sarebbe stato semplice far cadere la storia nella banalità di un patetismo sempre in agguato quando si parla di handicap.Però,intelligentemente,l'autore de "Il ladro di bambini" sceglie la via meno facile,puntando sui silenzi che dicono più dei rarefatti dialoghi,su occhi che sono tanto carichi di dolore da non riuscire a piangere come si deve(quell'inquadratura di Charlotte Rampling alla stazione,lunghissima,è incredibilmente bella),e sulle piccole cose che ci fanno affezionare a chi ci sta intorno.Kim Rossi Stuart,una volta di più,si conferma tra i più capaci interpreti del cinema italiano di oggi,l'inedito Andrea Rossi coinvolge lo spettatore e Charlotte Rampling dà un preziosissimo contributo alla riuscita della pellicola.La quale è un film drammatico,realizzato con maturità e la coscienziosità di voler parlare di un problema vero senza fare discorsi scontati.
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