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Le chiavi di casa

Regia di Gianni Amelio vedi scheda film

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La recensione su Le chiavi di casa

di barabbovich
8 stelle

"Si prepari a soffrire lei". È questo l'avvertimento che una madre forte (Rampling), consapevole dell'assistenza dispensata per vent'anni alla figlia disabile, dà a Gianni (Rossi Stuart), quando i due si incontrano in un ospedale tedesco. Gianni è lì ad accompagnare il figlio 15enne Paolo (Rossi, un autentico disabile, qui al suo esordio), che vede per la prima volta dai tempi dello sfortunatissimo parto in cui perì la sua compagna.
Il film di Amelio, profondissimo, lirico e toccante senza mai essere né retorico né patinato, gioca la carta del viaggio in maniera duplice. Il viaggio come racconto, con i due protagonisti che da Milano si dirigono prima in Germania e quindi in Norvegia. Ma il film è soprattutto un viaggio interiore in quei luoghi inesplorati dell'anima che Amelio conosce benissimo e che qui costituiscono la summa della poetica del regista calabrese, che aveva già affrontato sia il tema del rapporto tra padre e figlio in altri film (Colpire al cuore) che quello dei bambini (Il ladro di bambini, Il piccolo Archimede, La fine del gioco). Struggente ed esilarante al tempo stesso, il film tratto dal romanzo di Giuseppe Pontiggia e sceneggiato dal regista con Rulli e Petraglia è servito da un cast in stato di grazia diretto con impressionante abilità da uno degli autori più stupefacenti che abbiamo in Italia.

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