Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Liberamente ispirato al romanzo autobiografico di Giuseppe Pontiggia "Nati due volte" (Mondadori, leggetelo: è bellissimo). Gianni Amelio ritorna al cinema dopo sei anni con un film che si può definire con una sola parola: meraviglioso. Un cinema perfetto, splendido, struggente, fatto di silenzi ed emozioni, dolente e delicata parabola che narra il rapporto fra un padre che conosce per la prima volta il figlio rifiutato, causa della morte della madre. L'amore che, alla fine, riesce a ricongiungere, a far rimarginare le ferite di un passato triste e doloroso. Eppure, pur essendo un dramma ricco di pathos e umanità, è anche una dolcissima commedia sentimentale, con alcune scene delicatamente divertenti, alternate ad altre profondamente drammatiche, toccanti. Scritto dalle magiche mani di Petraglia e Rulli, più Amelio -che sembra identificarsi col personaggio di Rossi Stuart, a cui affibia il suo nome, Gianni, appunto-, è un perfetto esempio di cinema intimista e profondo, che riesce, con un solo abbraccio, ad accogliere tutti gli spettatori. Passato a Venezia nel 2003, è stato SCANDALOSAMENTE ignorato dalla giuria. Per fortuna il pubblico l'ha apprezzato maggiormente. Meno male. Grande cammeo di Pierfrancesco Favino all'inizio: s'è beccato anche un Ciak d'oro. Quando si dice un cavallo di razza...
A Gianni sono affidate le cure del figlio Paolo, che deve essere sottoposto a degli esami in Germania. E' l'occasione per conoscersi, confrontarsi, amarsi.
Bellissima, di Franco Piersanti. E poi c'è Vasco Rossi -il terzo Rossi del film, dopo Andrea e Kim R.Stuart- con "Quanti anni hai"...
Nulla. Voto: 9.
Meravigliosa. Recita in presa diretta in un italiano caldo ed avvolgente. Dolente mater familias è magistrale in tutto il film, specialmente nel confronto con Gianni alla metrò. Un pezzo di bravura che mette i brividi. Un inchino, please.
Quando la giuria al Festival di Venezia non gli ha concesso nemmeno un premio, sono rimasto veramente scandalizzato. Come si può preferire Javier Bardem -comunque bravissimo- che RECITA la parte di un disabile in "Mare dentro" all'Andrea Rossi di questo film, che non recità, è. Poi, riflettendoci: ma la Coppa Volpi è assegnata al MIGLIOR ATTORE, mentre Andrea Rossi non recita, lui è. Allora mi sono convinto che non servono premi per sottolineare le grandiosità, l'enormità di questo ragazzo.
Splendido. Dopo essere stato Lucignolo in "Pinocchio", l'avevamo perso di vista. Ed ora eccolo, sempre obiettivamente molto bello, che si fa notare eccellentemente in questo straordinario film. "Sacrifica" la sua evidente bellezza per offrire una prova matura, efficacie, splendida. Bravo!
Perfetta. Non ho altro da dire.
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