Regia di Guido Chiesa vedi scheda film
La nuova generazione di ribelli del '77 attraverso le trasmissioni della bolognese Radio Alice.Chiesa e il collettivo Wu Ming si muovono su un terreno minato:da una parte i moti del 77,la nuova generazione di ribelli,la rinnovata consapevolezza di una politica inadeguata ai bisogni della massa,il PCI che da forza agglomerante della protesta si dovrebbe trasformare in una forza politica di proposta,dall'altra le forze dell'ordine,polizia o carabinieri che siano e l'arroganza del potere.Sono passati più di 30 anni eppure l'arroganza del potere è ancora ben presente. Sono bravi Chiesa e i Wu Ming nell'avere una visione il più equidistante possibile:da una parte i due unici proletari,Sgualo e Pelo che cercano di liberarsi dalla loro condizione di proletari facendo piccoli lavori per il boss del quartiere(forse l'unico che in questo film ha un suo preciso codice d'onore) e scavando un tunnel sotterraneo per arrivare al caveau di una banca dall'altra la figura del tenente dei carabinieri recitato da Mastandrea che forse rappresenta l'unica interpretazione illuminata del potere.E pure se sono schierati dai lati opposti della barricata sono gli unici personaggi che ispirano naturale simpatia.Questo per dire che probabilmente quelli per cui si parteggia sono i personaggi che stanno compiendo il reato più grave in un ideale di restituzione al popolo del maltolto.E da qui si parte con Radio Alice fino ad arrivare alla deflagrazione della protesta.Probabilmente è un film che vale più per il ritratto che fornisce di quegli anni che per i contenuti, che manifesta un linguaggio registico vivace(esemplari le scenette di muto nella parte inziale del film),un gruppo di attori che funziona e una certa aria di complicità che aleggia nel disegnare un epoca apparentemente così vicina eppure che sembra così distante.Un apologia dei moti di protesta?A mio parere no,sotto questo profilo il film di Chiesa si mette furbescamente in mezzo al guado,sottolineando i vuoti ideologici dei moti di protesta e l'inadeguatezza di chi dovrebbe vigilare sull'ordine.La parte più efficace del film è senza dubbio la prima:si diesegnano personaggi,si studiano caratteri,si ascoltano canzoni,si leggono fumetti,si fa controcultura in un clima di festosa anarchia che trae linfa vitale da tutte quelle piccole storie che non entreranno mai nei libri o nelle cronache.Non a caso è quello più legata alla creatività degli autori.Nella seconda parte il film si appiattisce troppo sui fatti di cronaca assumendo quasi un tono da documentario di History Channel.Anche qui bisognava lavorare con lentezza.Praticamente la filosofia di vita di Sgualo e Pelo:imbottiti di ideali rivoluzionari rielaborati riveduti e scorretti,filtrati attraverso la propria mancanza di ideali applicano il lavoro lento anche alla rapina:scavare il tunnel a tempo perso....
non male
ok
sempre bravo
non al suo meglio
ottimo
bravo
film forse anche furbetto ma con linguaggio registico molto vivace
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