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Come inguaiammo il cinema italiano

Regia di Daniele Ciprì, Franco Maresco vedi scheda film

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La recensione su Come inguaiammo il cinema italiano

di barabbovich
6 stelle

Spezzoni di film, testimonianze, sprazzi di cinico tv rigorosamente in bianco e nero, cimeli televisivi fanno da condimento a quella che - come recita il sottotitolo - è la vera storia di Franco e Ciccio. Palermitani come i due registi Ciprì e Maresco, alfieri della provocazione, i due comici furono gli eroi della plebe, perennemente snobbati dalla critica, elementi di punta di un cinema che giocava tutto sulla farsa e sulla parodia (famosissime quelle di L'esorcista, diventato L'esorciciccio, di Papillon, ribattezzato Farfallon e, soprattutto, di Ultimo tango a Parigi, spostatosi a Zagarolo). Con serio piglio documentaristico e inevitabili non sense, il film racconta l'avventura artistica e umana di Franco e Ciccio soffermandosi sulle difficoltà degli esordi, le origini umilissime, il successo strepitoso degli anni sessanta (in cui arrivarono a girare più di 10 film in un anno), il progressivo declino, i dissapori sempre più frequenti fino al riciclaggio in televisione e alla disavventura giudiziaria di Franco Franchi, alias Francesco Benenato. Un tributo affettuoso raccontato con diligenza come se però si trattasse di un risarcimento dovuto alla coppia numero uno del cinema di serie B.

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