Regia di Michael Radford vedi scheda film
All’inizio Radford cerca di inserire un paio di elementi attualizzanti: alcune didascalie sulla condizione degli ebrei nella Venezia del ’500 (che dovrebbero favorire l’accostamento a un dramma il cui antisemitismo appare oggi inaccettabile), i cenni all’attrazione omosessuale di Antonio per Bassanio (impliciti già nel testo shakespeariano). Poi si abbandona a una rappresentazione estremamente piatta, che non si risolleva mai, tranne che nella scena chiave del processo (ma non per meriti suoi). Pacino, pur avendo un ruolo che si presta agli eccessi come quello di Shylock, non gigioneggia neanche troppo; Fiennes jr, dopo l’oscena prova di Shakespeare in love, continua a far rivoltare il Bardo nella tomba.
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