Regia di Jonathan Demme vedi scheda film
Il film ci racconta la storia di una giovane donna arrestata ed imprigionata in un piccolo carcere femminile. All'interno del carcere lega con altre detenute e successivamente riesce ad evadere, per poi tornare a liberare altre compagne di prigionìa. Il contesto carcerario è ben ricostruito, nonostante appaia evidente un certo gusto nel mostrare "in libertà svariate porzioni di corpi femminili. Non trovo però realistica la ricostruzione dell'intera vicenda: sembra che, dopo l'evasione, le donne siano libere di agire in piene libertà, senza polizia che le cerchi. Totalmente non realistica, infine, la parte conclusiva - evasione delle altre detenute - possibile che ad opporsi alle donne non vi siano che poche guardie carcerarie ? Comunque l'esito della vicenda dà soddisfazione, soprattutto per la fine dei due veri cattivi: una direttrice invalida dalla personalità estremamente complessa e disturbata, ben caratterizzata nel suo tentare di tenere sotto controllo gli istinti sadici dai quali sembra continuamente invasa; il medico del carcere, che trae piacere nel sottoporre ad esperimenti di lobotomia ed elettroshock le proprie pazienti/vittime. Concentrando molti eventi e descrizioni in una durata molto breve, il film non soffre di momenti morti. Ha un ritmo serrato ed intenso. Incidentalmente, rappresenta una società americana nella quale il crimine di strada dilaga e non trova argine nelle forze di polizia, rappresentate come incapaci e quasi disinteressate alla loro funzione. Colonna sonora incalzante ed appropriata.
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