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Shark Tale

Regia di Bibo Bergeron, Vicky Jenson, Rob Letterman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Shark Tale

di scandoniano
6 stelle

Applausini e sorrisi a mezza bocca per l'ultimo film della Dreamworks. Il tanto pubblicizzato “Shark Tale”, lancia la sfida a “Alla ricerca di Nemo”, sul suo stesso terreno, se non altro perché utilizza la medesima ambientazione. Ma la sfida è ampiamente improponibile e comunque persa. Dalla sua parte “Sharks Tale” ha una concezione parossistica dell’antropomorfizzazione ed un carattere citazionale altrettanto eccessivo.
Riguardo il primo aspetto il fatto stesso di ambientare la storia in una cittadina subacquea abitata da pesci (plasmandola su modelli tipicamente umani), il fatto di utilizzare personaggi famosi o di trasformare modi di dire adattandoli al mondo ittico, certamente è un’estremizzazione. Che però regge ed è divertente.
Sul piano del citazionismo “Shark tale” dimostra di essere più film e meno cartone animato rispetto alle avventure di Nemo. Lo si evince dai riferimenti a film come “Il padrino”, “Die hard” così come alla politica o allo show-biz moderno: ciò indica che il target di riferimento si è sensibilmente spostato in quanto citare Tarantino o Scorsese significa adoperare significanti il cui valore connotativo non è certamente chiaro a tutti, addirittura si potrebbe dire “oscuro ai più”.
I riferimenti a personaggi e situazioni particolari, qualora colti, rappresentano un quid sicuramente vincente. Ma una scelta del genere comporta un inevitabile effetto boomerang: come detto, il target si restringe all’americano adulto (almeno trentenne) con una discreta cultura ed un bagaglio cinematografico discreto: ciò vuol dire che, calcolata la mole di spettatori non conformi a tali standard, si può affermare con certezza che gran parte del valore di alcuni riferimenti va perduto.
Il film in sé divertirebbe. È arguto e talvolta particolarmente sfacciato. Ma non convince perché la storia è banale e manca delle trovate del seppur mediocre “Shrek2” o dell’archetipo “Finding Nemo”. Un prodotto dignitoso, ma in fin dei conti deludente, perché non all’altezza del battage pubblicitario e delle aspettative che aveva innescato. Ed oggigiorno liquidare un “cartoon” col classico “senza infamia e senza lode” equivale a dichiarare il fallimento del progetto.

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