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L'amore ritrovato

Regia di Carlo Mazzacurati vedi scheda film

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La recensione su L'amore ritrovato

di cantautoredelnulla
6 stelle

Poeticità e fisicità si incrociano in un film avvolgente che mi ha coinvolto nell'ennesima vicenda d'amore. Ho seguito la storia con entusiasmo, nessuna lacrima, un po' di emozioni contraddittorie per questa relazione clandestina, tenera e irrazionale come solo l'amore può essere. Ho sognato sulla lettera bellissima e brevissima di Gianni, ho visto sullo sfondo una società così diversa dalla nostra, così costretta nelle scelte e nei modi di essere... quanta superficialità nella gioventù e quanto rimpianto dopo! E per questo non comprendo il senso del titolo: L'AMORE RITROVATO non è vero, cioè è stato scoperto, ritrovato e ritrovato nuovamente da Gianni, ma è stato perso per due volte e la terza volta non c'è stata proprio alcuna possibilità di incontro. Quel che resta è una tenera amicizia, un immenso rimpianto, un amore perduto per sempre, rassegnato, abbandonato. Restano le illusioni di lei e di lui, così diverse, così distanti. Restano i ricordi, quelle sensazioni provate, ma non c'è un ritrovamento, solo un incontro e un'inevitabile fine. Bellissima la fotografia, calda, dai colori energici e brillanti, Bigazzi mostra di avere grande talento. Boccio invece con crudeltà insofferente il trucco di Stefano Accorsi, phard e rossetto saltano all'occhio nella prima scena e restano onnipresenti in tutto il film. Però col tempo ci si abitua e si tende a farci meno caso. Sufficiente per le imperfezioni vistose del film, anche se emotivamente gli darei senza dubbio buono.

Sulla trama

Probabilmente la trama di filmTV si rifà al libro perché i nomi dei personaggi sono diversi e Maria non viene affatto additata da nessuno...

Cosa cambierei

Il nudo. L'unica parte del corpo risparmiata alla Sansa era il sedere, ma Mazzacurati ha pensato bene di mostrarlo attraverso una foto in stile d'epoca... mi accorgo sempre più spesso di come il cinema italiano abbia conservato ed ereditato questo aspetto voyeuristico della commedia trash anni '70-'80, puntando sicuramente in un buon incasso anche grazie all'attrice di richiamo che si mostra generosamente nella pellicola del film. Non esistono praticamente attrici italiane che non abbiano girato nude su un set e mi viene da chiedere: ma è mai possibile? Non è ovviamente un problema di puritanesimo, è cercare di capire quanto tutto questo sia sempre necessario e indispensabile e quanto invece sia regalato a un semplice desiderio registico, ma tutt'altro che indispensabile per la riuscita della pellicola. In questo caso, la fisicità della Sansa risulta, in certe scene, fin quasi fastidiosa, viene da dire "sembra che se non mostri qualche parte del suo corpo non sia lei!". E' un peccato, perché sarebbe bastato calibrare con più pacatezza (e forse nel rispetto rigido degli anni '30 di certi tabù) tutto questo. Ci possono essere anche altri modi, più creativi e fantasiosi, di richiamare la fisicità di un rapporto, senza per forza dovere ricorrere al nudo esplicito. E poi mi piacerebbe sapere chi si ricorda così alla perfezione il seno di una donna a distanza di tanti anni e soprattutto dopo essersi innamorato, sposato e dopo avere avuto un figlio!... L'unica cosa che mi rallegra è che per ora si salva la Braschi da questa passerella senza veli e, anche se non mi sta particolarmente simpatica, la Cucinotta... qualche stella di valore in un mondo troppo attento alla vista e poco attento alle vere credenziali di una buona attrice.

Su Maya Sansa

Bravissima, in primo luogo, nell'espressività del volto, nella gestualità, nella comunicazione fatta semplicemente coi suoi lineamenti e tutto ciò la rende bellissima! Ha un grande talento che me la fa apprezzare tantissimo ed è quello di riuscire a rendere complice del suo personaggio lo spettatore. Sa essere scorbutica, dolce, innamorata, austera senza falle e forse, chissà, sono tutte le facce della stessa medaglia!

Su Stefano Accorsi

Non so che dire oltre a bravissimo! La sua interpretazione è esaltante, la capacità espressiva trasmessa dal suo sguardo anche senza proferire parola è convincente, emozionante, trascinante. Gli resta solo quell'accento (per fortuna non eccessivamente marcato) bolognese! Però, diciamolo, il finto accento toscano accennato all'inizio era ridicolo, malriuscito e fuori posto sulla sua bocca! Per fortuna che poi ha proseguito senza più questo artificio dialettale! Forse risulterà meno credibile vista l'epoca in cui è ambientata la vicenda, ma è decisamente meglio per chi guarda il film!

Su Carlo Mazzacurati

Mazzacurati dà prova di un certo talento. In principio la camera si fossilizza sugli aspetti più fisici e appariscenti di Maya Sansa (primi piani al seno, alle cosce e alle labbra), mentre in seguito si raggiungono una poesia e un pudore più misurati, più concilianti e quando i due fanno l'amore la camera indugia quasi esclusivamente sulla drittissima colonna vertebrale da manuale ortopedico della Sansa, nascondendo tutto ciò che in principio è stato tanto gratuitamente regalato all'obiettivo. Questo processo segue il filo narrativo e l'evoluzione sentimentale della relazione che da una bravata mascolina diventa qualcosa di grande, immenso, intimistico. Diciamo che come Gianni impara a conoscere Maria, così anche la camera impara a conoscerla lungo il film. Mi ha poi entusiasmato tantissimo l'ultimo addio, bellissimo, penso che me lo ricorderò per molto tempo, i controcampi dei due sguardi, il finestrino del treno, sono rimasto appeso a quel filo, a quella speranza spezzatasi nel momento in cui Gianni è costretto a fermarsi. Lirismo puro, molto ben confezionato, anche se non unico nel suo genere.

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