Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film
La ragione per cui questo film merita di essere visto è l'incredibile prestazione attoriale di Bardem. E pensare che si tratta dello stesso che faceva il maniaco in No Country For Old Man! Una performance intensa, empatica, sconcertante. Il doppiatore italiano si sforza di rendere tutto il suo dolore, la sua parlata ansimante, il suo corpo umiliato. Invano. Andrebbe visto in originale. Per il resto, il film delude: la regia dirige gli attori cercando di tenere a freno il potenziale patetico ed evidenziando le sfaccettature psicologiche e morali dei personaggi, ma ha la colpa di insistere in movimenti di macchina tanto avvolgenti quanto manieristi, che tolgono rigore ed asciuttezza allo sguardo. Non convincono inoltre anche le parentesi "visionarie". La sceneggiatura è ridondante: troppi personaggi e sviluppati male, per colpa soprattutto di un eccesso di dialoghi che finisce per disperdere il succo del discorso etico/politico. Un film sbagliato, secondo me. Un'occasione perduta per poter capire veramente le ragioni alla base del diritto all'eutanasia: per fortuna che, però, c'è Bardem che ci regala un personaggio difficile da dimenticare, e quando i media ci bombarderanno con un altro caso Welby o Eluana, come potrà non tornarci alla mente la sofferenza di questo personaggio?
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